domenica 11 ottobre 2015

(Gli altri) Clandestini

Chi tra voi mi legge con attenzione sa che saltuariamente alterno alla politica delle tematiche “social”.  Mi ritengo un acuto osservatore che spesso ama immedesimarsi, per indole, in ruoli che assolutamente non conosce, ma che crede di poter assimilare anche grazie ad una sorta di “talento psicoterapico” che in realtà non è dimostrabile.

Tratteremo in questo post, che da qualche mese tengo chiuso nel cassetto, un tema che è tra quelli più vecchi e discussi, un tema che divide sempre la platea, un tema dal quale spesso molti preferiscono, per ovvie ragioni, stare lontani. Tratteremo come possibile, visto che non lo conosco da vicino, un tema che secondo me coinvolge una vasta quota della popolazione terrestre.

Tempo fa ho dimenticato, nell’auto parcheggiata, il cellulare collegato al caricabatteria da viaggio, abbandono la mia location per recuperarlo e senza volere (e non senza un certo imbarazzo) incrocio una persona che conosco discretamente la quale  passeggia con una certa “confidenza” assieme ad una donna che di certo non è sua moglie. Qualche giorno dopo, in un altro parcheggio, quello di un bar, mi accorgo di un’altra coppia clandestina e la mia fantasia comincia a galoppare.

Incomincio ad interpretare le possibili emozioni di un amante poco prima dell’incontro, presumo che siano intense; mi chiedo se il cuore gli batte forte per amore o per la paura di essere scoperto, oppure se invece non gli batte perché si tratta semplicemente di sesso o comunque di una storia priva di forte passione.

Voglio però immaginare, mi piace sia così (del resto è la situazione che fa più scalpore) che si tratti di due persone entrambe impegnate, conosciutesi  magari per caso, chissà forse in una pizzeria d’asporto, che alternano un’opaca vita matrimoniale a dei momenti di passione fedifraga. Immagino l’intensità di quelle ore e la tristezza alla fine della giornata al rientro tra le mura domestiche.

Lasciamo però perdere ora queste ipotetiche emozioni e proviamo a fare un quadro più “tecnico”, analitico, della situazione.

Gli amanti (quelli clandestini ovviamente) all’inizio godono di una condizione privilegiata simile a quella degli amori adolescenziali, leggeri; essi si vedono, si incontrano, si frequentano, seppur tra le tante difficoltà dovute alla clandestinità, con una certa soluzione di continuità che non è concessa alle coppie conviventi.
Non credo sia il caso di andare ad indagare sui motivi che spingono a tradire, possono essere talmente molteplici e variabili che diventerebbe lungo trattarli; solamente diciamo, presumiamo, per meglio dire, che a causa di essi nascano rapporti attrattivi di una certa intensità, quasi incontenibili. 

Aggiungiamo però anche che affianco alla poesia appena descritta probabilmente potremo scorgere semplici storie a fine sessuale le quali partono, ovviamente, da presupposti diametralmente antitetici.

Immagino che il rapporto di questi “amanti leggeri”, nato da una attrazione reciproca sia, spesso, qualcosa di incontenibile. Dicevo, non voglio indagare sui motivi che spingono una persona a "tradire", potrebbero essere infiniti, ma sono convinto che anche la persona che è "felice a casa sua" o che non vive particolari carenze affettive potrebbe, per mille motivi oscuri, tradire un partner con il quale tutto sommato non ha gravi problemi di “coesistenza”. 

Come sempre faccio prima di scrivere un articolo, mi sono fatto un giretto tra i motori di ricerca ed ho isolato una frase che presumo possa avere il proprio perché:

Il privilegio degli amanti è sempre lo stesso. Il puro desiderio di stare insieme in tutti i momenti in cui questo è possibile. E quei momenti vengono consumati con il livello più alto e inimmaginabile di passione, di tensione, di eros. E ogni incontro viene vissuto, assaporato con la stessa elevata intensità. Perché potrebbe essere l'ultimo, e quasi sempre non lo è”.

Dio vuole che io non abbia mai vissuto questa situazione, quindi mi baso sempre sulle presunzioni, ma presuppongo che le relazioni clandestine durino a lungo soprattutto perché basate su una sorta di "sospensione a mezz'aria”, la quale permette loro di non conoscere la routine della vita ordinaria, i problemi di tutti i giorni, casa, lavoro, figli consentendo agli interpreti di vivere il piacere di momenti definibili come irreali. Penso, ragionando per sommi capi, proprio che sia la paura che, una volta regolarizzato quel rapporto, tutto si trasformi in una nuova routine ordinaria, che la passione scemi in un normale rapporto affettivo, ad impedire la regolarizzazione di molteplici relazioni clandestine.

Sempre dalla fonte internet precedente estrapolo altre considerazioni:

Ha, ovviamente, la sua importanza il fatto che l'amante si presenti sempre al meglio della sua forma, del suo desiderio, della sua disponibilità.  E, quasi sempre, il confronto con la persona/compagna che vive a casa tua è impietoso, ma anche molto ingiusto”.

Essere "traditori" e avere delle amanti non significa, necessariamente, non avere un senso etico.  E io non vivo questa condizione con leggerezza. Sono ben consapevole di ciò che posso causare alla persona che mi sta accanto. Ma non posso neppure negare la mia natura e sacrificarmi all'infelicità assoluta”.

Come scrivevo all’inizio il tema divide la platea. Io non sono in grado di dare un parere certo, se non che giustificare, almeno in parte, chi segue il cuore e non giustificare assolutamente chi si muove solo dietro l’istinto sessuale.

Voi, se volete, lasciate il vostro pensiero tra i commenti, io in calce lascio un’altra frase presa in prestito dal Web:

La passione malinconica e intensa che vivono solo gli amanti, quella che al mattino lascia l’amaro in bocca e l’altra parte del letto vuota”. (Mumford & Sons – Lover of The Light)


Giorgio Bargna

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