Prendo
spunto dallo sfogo che oggi il mio amico, Sindaco di Cantù, Claudio
Bizzozero ha pubblicato su Facebook.
Dall'anno
2007 mi impegno concretamente in politica locale. Lo faccio da
aderente della Lista Civica “Lavori in Corso”, lo faccio perchè
vorrei cambiare il mio orticello ed il mondo. Lo faccio perchè da
sempre credo nella democrazia e nella sua applicazione più
partecipata possibile.
Ho
sempre saputo che era molto utopico il tragitto che mi ero
immaginato, ma ero anche convinto che questa situazione
socioeconomica aprisse gli occhi a molti e che, pian piano, cambiasse
il trand, che la gente cominciasse a capire che occorre un punto di
svolta, che era ora di seguire un altro percorso, che fosse giunto il
momento in cui questa classe politica autoreferenziata che ci sta
sodomizzando andasse spazzata via.
Mi
guardo attorno e non vedo questo. Vedo solamente che chi vorrebbe
cambiare qualcosa continua
a viaggiare solo e
fatica a farlo, che chi vorrebbe amministrare una città in modo
virtuoso non riesce a farlo fino al massimo, abbandonato
a se stesso, criticato e vilipeso.
C'è
stato un momento che amministrando questa città si è dovuta alzare
la posta delle tassazioni locali (che comunque incidono ben poco sul
totale delle gabelle subite), ero, e sono ancora,
contrario a questo, piuttosto avrei rimesso i mandati, ma c'era un
occasione da cavalcare in nome del bene comune e mi sono adeguato.
Leggere
però quanto esprime oggi Claudio mi dice che forse avevo ragione. Di
una cosa sono sicuro, per migliorare il livello di sostenibilità
della mia città devo migliorare il livello dei territori che la
circondano, devo avere a disposizione del denaro, devo avere il campo
sgombro dai freni burocratici.
Dal
2008 ho seguito più percorsi che andavano nella direzione di creare
un cambiamento a livello quantomeno regionale, oggi ancora stiamo
perseguendo questa strada, l'unica che potrebbe consentire ad un
Sindaco di governare nel nome del bene comune. Se anche questa volta
il risultato non fosse concreto, sinceramente,
io mollo.
Fare
politica in modo serio costa fatica e costa
tempo
sottratto alla famiglia ed agli altri interessi. Già da tempo ho
abbassato la quota e dovesse andare avanti così la azzero. Non
sono disposto a fare il taglieggiatore in nome dello Stato e
“l'amministratore” che fatica a chiudere le buche della propria
città e non riesce a mettere in esecuzione opere pubbliche perchè
ogni giorno il “Patto di Stabilità” e la casta tagliano qualcosa
e nemmeno ti danno la certezza che per due mesi le regole non
cambiano.
Sono
stanco come Claudio, ma al contrario di lui non ho la vocazione a
fare il Don Chisciotte della Mancia.
Non
amo arrendermi, ma un detto dice che “i ball in ball e a picaj e fan
mal”.
Giorgio
Bargna
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