domenica 12 luglio 2015

Il muro di gomma


Prendo spunto dallo sfogo che oggi il mio amico, Sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero ha pubblicato su Facebook.
Dall'anno 2007 mi impegno concretamente in politica locale. Lo faccio da aderente della Lista Civica “Lavori in Corso”, lo faccio perchè vorrei cambiare il mio orticello ed il mondo. Lo faccio perchè da sempre credo nella democrazia e nella sua applicazione più partecipata possibile.
Ho sempre saputo che era molto utopico il tragitto che mi ero immaginato, ma ero anche convinto che questa situazione socioeconomica aprisse gli occhi a molti e che, pian piano, cambiasse il trand, che la gente cominciasse a capire che occorre un punto di svolta, che era ora di seguire un altro percorso, che fosse giunto il momento in cui questa classe politica autoreferenziata che ci sta sodomizzando andasse spazzata via.
Mi guardo attorno e non vedo questo. Vedo solamente che chi vorrebbe cambiare qualcosa continua a viaggiare solo e fatica a farlo, che chi vorrebbe amministrare una città in modo virtuoso non riesce a farlo fino al massimo, abbandonato a se stesso, criticato e vilipeso.
C'è stato un momento che amministrando questa città si è dovuta alzare la posta delle tassazioni locali (che comunque incidono ben poco sul totale delle gabelle subite), ero, e sono ancora, contrario a questo, piuttosto avrei rimesso i mandati, ma c'era un occasione da cavalcare in nome del bene comune e mi sono adeguato.
Leggere però quanto esprime oggi Claudio mi dice che forse avevo ragione. Di una cosa sono sicuro, per migliorare il livello di sostenibilità della mia città devo migliorare il livello dei territori che la circondano, devo avere a disposizione del denaro, devo avere il campo sgombro dai freni burocratici.
Dal 2008 ho seguito più percorsi che andavano nella direzione di creare un cambiamento a livello quantomeno regionale, oggi ancora stiamo perseguendo questa strada, l'unica che potrebbe consentire ad un Sindaco di governare nel nome del bene comune. Se anche questa volta il risultato non fosse concreto, sinceramente, io mollo.
Fare politica in modo serio costa fatica e costa tempo sottratto alla famiglia ed agli altri interessi. Già da tempo ho abbassato la quota e dovesse andare avanti così la azzero. Non sono disposto a fare il taglieggiatore in nome dello Stato e “l'amministratore” che fatica a chiudere le buche della propria città e non riesce a mettere in esecuzione opere pubbliche perchè ogni giorno il “Patto di Stabilità” e la casta tagliano qualcosa e nemmeno ti danno la certezza che per due mesi le regole non cambiano.
Sono stanco come Claudio, ma al contrario di lui non ho la vocazione a fare il Don Chisciotte della Mancia.
Non amo arrendermi, ma un detto dice che “i ball in ball e a picaj e fan mal”.
Giorgio Bargna

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