mercoledì 19 marzo 2008

LOCALISMO E RAPPRESENTATIVITA'


Dopo essermi sottoposto a “lezioni di metapolitica”, da un amico blogger, provo a rispondere alle domande di un ipotetica “commissione esaminatrice”. Il tema: come “verticalizzare” partiticamente, la “orrizzontale” spinta della proposta di cambiamento popolare. Alla prossima, Giorgio.

Non c'è democrazia senza partito
Innanzi tutto non crediamo possibile che il ruolo del politico possa venire surclassato dalla pura e semplice partecipazione collettiva. Ritenere di gestire le società, rinnovarle e replicarle, alienando la necessità di un ruolo di comando e il conflitto politico, è sottovalutare la realtà dei fatti.
La partecipazione diretta è necessaria, insostituibile ed importante nelle prime fasi del nostro cambiamento, altrettanto anche in quelle successive alla nuova "situazione nascente", ma ogni movimento che spinge dal basso, se ha intenzione di sopravvivere e lasciare il proprio “marchio di fabbrica”, ha la necessità di strutturarsi in “soggetto fisico” di rappresentanza: una nuova e moderna forma di partito, come la nostra, nascente dal basso, all' ascolto perenne del cittadino, ma pronta anche a fornire “servizio” in una forma di democrazia rappresentativa.
Non riuscire a strutturare il movimento che nasce dal basso in partito, significherà lasciare questa spinta popolare nelle mani del potere politico dominante che, fingendo di assecondarla, alla fine la reprimerà. L'ingresso nell' arena politica rappresentativa di un soggetto “partitico-popolare”, contrarrà, civicamente, la possibile nascita di una deriva plebiscitaria, rischio di una democrazia diretta che prende troppo il sopravvento, e difenderà le istanze dei cittadini dalla reazione oligarchica.

Come colpire il nemico
Come movimento nascente dal basso ci viene spontaneo designare come nemico la classe politica, la ormai tragicamente famosa "casta”; ma quando poi dobbiamo cercare di gestire la rinascita, sottoforma di azione democratica, essere populisti risulta poco produttivo nel mondo della politica reale, li per gestire il potere nato dall' auspicata democrazia diretta, si deve necessariamente scendere a “compromesso” con un minimo di rappresentatività. Di contro il rischio è che la classe politica, sentendosi attaccata, reagisca subito, “remando contro”, utilizzando forme di risposta solo all' apparenza democratiche.
Pertanto il “localismo” deve fare un salto di qualità, se vuole contare politicamente; dal momento che un’unità politica, può tanto più garantire risultati economici e sociali, quanto più il suo potere è coerentemente organizzato. Insomma, le esperienze collettive dal basso, se tardano a verticalizzarsi, a lanciarsi verso l'alto, sono destinate a soccombere di fronte a entità politiche, direi, “verticalmente dinamicizzate”. Al nostro partito non potranno mancare la snellezza organizzativa e una linearità di comando che sia rapida e funzionale; le decisioni vanno prese velocemente, quando non vi è il tempo di una discussione “orrizzontale”.
Una forza politica che pratica in minoranza non ha scampo, come una Circe deve ipnotizzare, edulcorare e sfrontatamente aprire in due il cuore dell nemico, appena la situazione lo consente, per poi avventarcisisi sopra senza pietà, il tutto, ovviamente, in piena formula democratica.

Un rischio da evitare
Questa protesta che sta nascendo “dal basso” deve sforzarsi di crescere, conquistare il potere politico, ogni cittadino deve sforzarsi, essere un politico, capire l'importanza di trasformare la sua protesta in partito, partito nel vero senso della parola, quel partito che in queste pagine abbiamo già illustrato ampliamente. Un partito diverso, responsabile, democratico e partecipativo si, ma anche rappresentativo, perchè tutti non possiamo parlare insieme ogni volta, ma coloro di cui ci fidiamo, a volte, possono perorare la nostra causa, la nostra decisione.
Non vi è altra possibilità, un movimento popolare solo, senza rappresentanza politica, rischia di essere alienato, l' importante è non farsi rappresentare, ancora una volta, dalla casta.
Giorgio Bargna.

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