martedì 23 dicembre 2025

ANCHE SE NON BASTA, VOTIAMO SI

 



Si voterà in due giorni per il referendum confermativo della riforma costituzionale della giustizia, e non solo in uno come è stato sempre finora in Italia per i referendum e come è previsto dalla legge. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri in un decreto-legge approvato lunedì, in cui ha stabilito che tutte le elezioni del 2026 si debbano tenere in due giornate, di domenica e lunedì .

La riforma della giustizia che prevede tra le altre cose la separazione delle carriere dei magistrati era stata approvata dal parlamento il 30 ottobre, ma non avendo ricevuto la maggioranza dei due terzi dei seggi, che avrebbe permesso di farla entrare subito in vigore, i partiti di maggioranza e alcuni di quelli di opposizione avevano chiesto di votare in un referendum per confermarla. Essendo un referendum costituzionale, in cui si vota la modifica di una parte della Costituzione, non sarà necessario il quorum, cioè non servirà che vada a votare più della metà dei cittadini aventi diritto: per far passare la legge sarà sufficiente la maggioranza del “sì” tra chi andrà a votare. L’ipotesi più probabile al momento è che si voti il 29 e il 30 marzo.

Il referendum sulla giustizia riguarda principalmente la riforma della magistratura ordinaria e la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.

I punti cardine della riforma oggetto del voto sono:

1. Separazione delle carriere

Attualmente i magistrati appartengono a un unico corpo e possono passare (con limiti) dal ruolo di pubblico ministero (chi accusa) a quello di giudice (chi giudica). La riforma prevede: 

Carriere distinte fin dal concorso d'accesso.

Impossibilità di passare da una funzione all'altra durante la vita professionale. 

2. Sdoppiamento del CSM

Verranno creati due distinti Consigli Superiori della Magistratura: 

CSM giudicante per i giudici.

CSM requirente per i pubblici ministeri.

Entrambi saranno presieduti dal Presidente della Repubblica. 

3. Sorteggio dei componenti

Per contrastare il fenomeno delle "correnti" interne alla magistratura, i membri togati (cioè i magistrati) dei due CSM non saranno più eletti dai colleghi, ma estratti a sorte tra gli aventi diritto. 

4. Alta Corte disciplinare

Viene istituito un nuovo organo giurisdizionale esterno, l'Alta Corte, con il compito esclusivo di giudicare gli illeciti disciplinari dei magistrati, sottraendo questa funzione ai due CSM. 

La parte che più è balzata agli onori della cronaca è, per molti motivi, quella che riguarda la separazione delle carriere.

Patto per il Nord si schiera per il Sì nel referendum sulla separazione delle carriere, ma rimarcando una verità da dire ai cittadini, la riforma della magistratura non è sufficiente da sola a migliorare davvero la giustizia italiana.

I motivi per cui Patto per il Nord si schiera a favore del Sì a sostegno della separazione delle carriere:

Riduce il potere corporativo interno alla magistratura, avvicina l’Italia al modello organizzativo più diffuso in Europa, è una misura di garanzia per i cittadini, non contro i magistrati, la giustizia deve servire i cittadini, non sostituirsi alla politica.

Nella nostra azione a sostenere il SI però rimarchiamo delle nostre differenze, delle nostre specificità: noi non facciamo propaganda ideologica, noi non difendiamo corporazioni, noi non raccontiamo che il referendum “risolva tutto”, anzi. Diciamocela tutta la verità:occorrono riforme procedurali ed organizzative, occorrono tempi certi nei processi, è indispensabile aumentare il personale organico alla macchina della giustizia, occorrono uffici giudiziari efficienti, soprattutto nei territori, occorre fornire tutela reale per cittadini e imprese.

Patto per il Nord sostiene i SÌ al referendum sulla giustizia perché rappresentano un primo argine al sistema di lottizzazione interno alla magistratura che ha generato sfiducia nell'opinione pubblica.

Patto per il Nord, tuttavia ritiene che senza una riforma complessiva e territoriale della giustizia in ambito civile, penale ed organizzativa, soprattutto nei tribunali di provincia, nessun referendum basterà.

Ci teniamo a specificare che non abbiamo deciso di schierarci per tornaconti personali o per ideologia applicata, ma ancora una volta votati alla difesa dei territori e dei cittadini che li abitano.

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como


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