mercoledì 12 novembre 2025

A TREVIGLIO, PER IL NORD, INSIEME!!!




 Nel prossimo weekend, Sabato 15 e Domenica 16 Novembre si terrà, presso il Teatro Nuovo di Treviglio, il 1° Congresso Federale di Patto per il Nord.

Ovviamente sarò presente entrambi i giorni, non tanto per la piccola carica che mi è stata assegnata, ma perché credo fermamente in questo progetto.

Senza indugio nel mese di Marzo mi sono tesserato, senza indugio perché dopo anni che cercavo la via di scampo per il Nord, attraverso diversi progetti politici, finalmente ho trovato la via per Damasco o per Venezia se preferite.

Non sono mai stato iscritto alla Lega Nord (con nessuno dei vari nomi assunti) ma da sempre sono un federalista che crede che solo attraverso territori autonomi si possa trovare la formula giusta per salvaguardare i territori innanzitutto del Nord, ma anche della nazione intera.

Ovviamente ognuno di noi pensa prima alle proprie latitudini e quindi io penso innanzitutto alla mia Lombardia ed al Nord in genere.

Anni fa i cittadini del settentrione avevano affidato alla Lega Nord il proprio futuro, nel tempo però sono stati delusi, ogni giorno di più, fino a rendersi conto che l'ultima edizione della Lega, la Salvini Premier, se non è un movimento meridionalista poco ci manca ed emana al governo del paese leggi e tasse che tartassano ogni giorno di più aziende e cittadini.

L'obbiettivo del Patto è riprendersi cura delle esigenze di imprenditori, lavoratori, pensionati, invalidi e disoccupati; badate bene tutte le categorie elencate sono legate tra loro da un filo diretto che determina il futuro di uno con gli altri.

Mentre oltre il 50% delle famiglie del Nord (ormai non esiste più il ricco Nord) fatica a sbarcare il lunario a Roma si aggiungono accise ai carburanti (già cari di per se), si aumentano i prezzi dei caselli autostradali (e se ne varano di nuovi, su strade di origine decennale), si taglia sulla sanità e sui servizi, tradendo i bisogni delle persone e alimentando il carovita.

Le cure sanitarie stanno diventando private, se non si vuole rischiare di morire, le infrastrutture sono obsolete e prive di manutenzione, il Territorio è abbandonato.

Ecco, dopo anni di silenzio, Patto per il Nord, è tornato a parlare di Nord, lo fa con il cuore, con l'impegno, col sorriso e con la determinazione.

Questo mi ha convinto a credere nel progetto ed a profondere energie ed investire il mio tempo su esso.


PER IL NORD, INSIEME!!!!


Giorgio Bargna

Segretario Provinciale

Patto per il Nord

Como

martedì 11 novembre 2025

GIUSTIZIA CONCRETA, NON INUTILI REFERENDUM

 



In queste giornate e presumibilmente in futuro il dibattito pubblico si concentra e concentrerà sulla separazione delle carriere mentre  i cittadini e le imprese affrontano problemi ben più concreti e urgenti.

Stante la situazione attuale ogni scelta al referendum è parificabile alla follia di assumere un autista senza essere in possesso di un automobile.

La nostra giustizia traballa, con processi tra i più lenti in Europa. Il Rapporto sulla Giustizia nell’Unione Europea 2024 ci racconta che le cause civili in Italia durano in media 527 giorni, oltre il doppio dei 239 giorni entro i quali si concludono in media i processi civili nell’UE.

Non si tratta semplicemente di calendario, ci confrontiamo con seri impatti economici e sociali per cittadini e imprese. 

Non si sorride neppure in ambito penale. Un procedimento penale nel nostro Paese dura in media 361 giorni, mentre 178 sono i giorni, nella media UE, la giustizia penale, che dovrebbe assicurare rapidità ed efficacia per garantire certezza della sanzione e tutela delle vittime, manifesta anch’essa notevoli carenze.

Grazie a questa situazione traballa la fiducia verso l’apparato giudiziario, si ledono i diritti dei cittadini e si pone un ostacolo alla competitività economica nazionale

Prima di pensare a come organizzare la magistratura forse si necessità di riforme organiche nel sistema giudiziario in forma urgente.

La lentezza processuale, come anticipato ha due conseguenze: mina la fiducia nel sistema e produce danni economici. 

L’arretrato giudiziario soffoca il sistema, rendendo l’attesa una vera e propria ingiustizia. Economicamente si paga in capitali fermi, occasioni mancate per le imprese, costi extra per le aziende, spese legali infinite, incertezza per i privati.

Occorre ispirarsi a nuove strategie magari ispirandosi ad altri sistemi, i Paesi Bassi, ad esempio, hanno puntato sulla specializzazione di tribunali e giudici, alzando gli standard di qualità ed efficienza.

Una tecnologia avanzata e una maggiore specializzazione, possono essere fondamentali se davvero si vuole conferire ai cittadini una giustizia rapida, funzionale e degna di fiducia.

Il sovraccarico dei tribunali è dovuto anche e soprattutto da una drastica carenza di personale: secondo CSM e ANM, mancano circa 1.400 magistrati (il 15% dell’organico) e oltre 5.000 unità di personale amministrativo. 

E' evidente che occorre assicurare un organico sufficiente di magistrati e collaboratori per ottenere un’amministrazione della giustizia efficace.

Leggendo le esperienze di alcuni professionisti del campo sorge l'idea che più che parlare di separazione delle carriere tra Giudicanti e PM, la separazione andrebbe fatta tra civile e penale: troppi magistrati con alle spalle anni di militanza nel penale vanno a “fare danni” nel civile, non sapendo come interpretare una polizza assicurativa o qual è il confine tra infortunio e malattia.

In Francia, come in Germania, i magistrati di settore si dedicano in modo esclusivo a specifiche materie, diventando figure di riferimento e arricchendo il sistema con la loro profonda esperienza.

Quindi, se i cittadini possono contare su medici o avvocati specializzati solo in alcune branche della loro professione, perchè lo Stato non offre anche Magistrati specializzati solo in alcune materie?

Da profano che cerca informazione propongo 3 suggerimenti:

Specializzazione dei magistrati: distinguere le competenze (civile/penale) per migliorare qualità e rapidità.

Investimenti in persone e tecnologia: più personale qualificato e strumenti all’avanguardia per snellire i processi.

Aggiungo in calce la convinzione che una riforma federalista dello Stato che affidi a organi locali quantomeno la gestione dei processi civili sarebbe un ulteriore, determinante punto di svolta.


Giorgio Bargna


sabato 8 novembre 2025

Sanità cogestita, risorsa rischiosa




Attraverso un articolo, scritto circa un mese fa, abbiamo già parlato di sanità e della necessità di trovarsi in una condizione di regionalismo autonomo per aggiustare il tiro e dare dignità a una situazione che sta diventando incresciosa. 

Ma per giungere al Federalismo auspicato dovrà passare ancora un po' di acqua sotto i ponti e la situazione va affrontata invece velocemente.

La continua chiusura di reparti e/o ospedali ed i continui tagli portano a situazioni veramente drammatiche quali ad esempio la situazione del CAL di Mariano Comense e dell'Ospedale di Menaggio.

Ci sono dializzati, tra cui alcuni molto anziani, che stanno subendo i ritardi dei lavori di ristrutturazione della Palazzina D del  presidio “Felice Villa”, lavori iniziati ad Agosto con termine previsto ad Ottobre e slittato (se Dio vuole e probabilmente non vorrà) al prossimo Marzo. Persone, dializzati, invalidi disseminate in varie strutture costrette a levatacce mattutine o rientri dal sapore notturno.

Altro tema all'ordine del giorno la situazione dell' Ospedale Erba Renaldi di Menaggio.

Questo Ospedale è "in crisi" ormai da anni, soprattutto per la mancanza di personale, la zona fornisce molti frontalieri alla Svizzera, ma anche per la morfologia del territorio.

Non è una novità che sull'Alto Lago si stia  già pensando di  affidare in gestione ai privati interessati le cure sul territorio, case di comunità, ambulatori, telemedicina, infermieri di famiglia, per almeno dieci anni saranno in affido i privati, si parla di bando del valore di 87 milioni di euro promosso dall’ Asst Lariana.

Ma tornando alla struttura sanitaria di Menaggio invece non si parla  di una semplice esternalizzazione dei servizi, ma di costruire una cogestione, in collaborazione con una società specializzata in sanità. 

Si tratta, aldilà delle proprie convinzioni personali e dalle scelte politiche, di un tema spinoso che riguarda sia la comunità dei cittadini che chi lavora nel settore.

Come possiamo leggere sulle pagine del quotidiano locale "La Provincia di Como" questa ipotesi all'interno della struttura viene vista positivamente da medici, infermieri e dirigenti sanitari nel tentativo di salvare capra e verze; contrari invece i sindacati.

Se tra i politici locali leggiamo positività, tra i cittadini le perplessità sono molte.

La storia ci insegna che il privato vive di profitti e quindi i rischi ci sono.

Il prossimo 22 Novembre "Patto per il Nord" sarà presente a San Fedele Val d'Intelvi con un gazebo, sarà l'occasione per incontrare cittadini, professionisti del settore ed eventualmente anche i politici locali per sentire le opinioni di tutti e conoscere a fondo la situazione.


Giorgio Bargna

Segretario Provinciale

Patto per Nord

Como


giovedì 6 novembre 2025

Je t'accuse



Ne scrissi la prima volta nel 2007 e lo ribadii nel 2016 attraverso un post intitolato " Il Cavallo di Troia".

Sostanzialmente sostenevo che un vero cambiamento del paese non sarà mai completo né definitivo se non cambierà, insieme alle strutture istituzionali, anche l’atteggiamento personale di ciascuno cittadino.

Volevo e voglio far passare il pensiero che occorre far crescere il senso di responsabilità dei singoli cittadini nei confronti della cosa pubblica, dell’umanità, della natura e delle generazioni future. Troppe sono le persone chiuse nel proprio orticello, vuoi per menefreghismo o per plagio, abituate dai media o dall'ignoranza a pensare che i problemi vanno risolti da altri.

Guardando intorno a me mi accorgo che in questi diciotto anni non sia cambiata una virgola. Il cittadino medio ancora non ha capito nulla di quanto accade attorno a lui o, peggio ancora magari, ha convenienza a non capirlo. 

Quindi non solo menefreghismo purtroppo, a mio avviso, ed è questo è il Cavallo di Troia che i padroni del vapore usano pensando che funzioni a tempo illimitato.

Oggi molti opinionisti parlano di sfiducia e disaffezione nei confronti della politica.

Potrebbe anche essere, ma la politica è diventata proprietà di pochi esattamente per questo, l'abbandono dei tanti.

Io accuso per questo l'egoismo ormai degenerante che ha colpito la società, accuso "l'obesità" dell'essere umano ridotto alla poltrona di casa, accuso l'ignoranza politica ben distribuita dai media.

Ma accuso anche il nichilismo e la viltà.

Quanti hanno paura di mettersi in gioco temendo di essere derisi o perseguiti, timorosi di ritorsioni nella vita privata o lavorativa?

La ritengo una comoda maschera dietro la quale nascondersi.

Dopo 20 anni di politica attiva, di manifestazioni, di identificazioni, sempre nel rispetto della legge, sono ancora qui, nessuno mi ha arrestato, le forze dell'ordine non sono entrate a casa mia, non mi hanno messo bombe sotto casa.

Quindi si può fare e chi non lo fa è complice di un sistema che ci rende poveri, che ci sottrae la sanità, che non ci offre sicurezza e ogni giorno si inventa un balzello.

Perciò scusate lo sfogo, chi si estranea dalla lotta è un gran fijo de na m......a!!!

Giorgio Bargna


 

lunedì 3 novembre 2025

IL CORTILE DI CASA

 



Attraverso i miei articoli sul tema ho espresso più volte alcune convinzioni.

Il Federalismo è concorrenza e competizione tra Cantoni o Regioni.

Il Federalismo è la chiave per rendere l'Italia più giusta, più vicina, più libera, più capace di crescere.

Il Federalismo è responsabilità a livello nazionale, tendendo la mano al Sud, sulla forza di un rapporto basato sulla responsabilità reciproca. 

Qualcuno mi ha chiesto quanto questo approcci con la "questione settentrionale".

Io ritengo che ci approcci per due importanti motivi, uno "filosofico", l'altro legato alla concretezza dei fatti.

Ogni Federalista degno di questo nome è una persona solidale e quindi offre anche agli altri le occasioni avute. 

Se io ottengo la possibilità che la mia Regione abbia lo status di Regione Autonoma devo offrire anche agli altri la stessa possibilità, poi se vogliono ne usufruiscono, altrimenti piangano delle loro scelte.

Ma aldilà della scelta solidale esiste una seconda che possiamo catalogare come forma di sicurezza.

Mi riferisco al principio che gli "Yankees" definiscono il "cortile di casa" riferendosi, loro, all'America Latina.

Se devo vivere sereno nel mio Territorio devo far si che attorno a me ci sia sicurezza, benessere, legalità.

Se convinco ogni Regione italiana ad essere Autonoma contribuisco con questo a togliere margine di manovra alla criminalità organizzata, contribuisco a sviluppare lavoro regolare e sottraggo italiani e stranieri al caporalato, contribuisco a far fruttare le tasse pagate in ogni Regione.

Aggiungo una successiva riflessione.

Seguo ogni mattina una rassegna stampa su una famosa radio nazionale. 

Oggi il giornalista che li opera come opinionista, da siciliano, ha detto che l'Autonomia ha portato solo sfiga alla Sicilia.

Stimo molto questo giornalista, che ritengo molto intelligente, anche se siamo su posizioni diametralmente distanti su quasi tutto, ma oggi ha detto una castronata di dimensioni siderali.

L'Autonomia non può portare sfiga, porta benessere se applicata bene, non porta benefici se applicata male.


Buon Federalismo a tutti,

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como

mercoledì 29 ottobre 2025

FEDERALISMO: AUTONOMIA, RESPONSABILITA', COMUNITA'

 



Ho scritto più volte di Federalismo, oggi stringiamo un po' il cerchio, diamo delle definizioni sulla forma che, tanto io che "Patto per il Nord", vorremmo esso abbia, considerato che non va inteso solo quale status giuridico ma anche e soprattutto come forma, stile, organizzazione di vita e comunità.

Il federalismo deve essere, è, la chiave per rendere l'Italia più giusta, più vicina, più libera, più capace di crescere.

Federalismo fa coppia con Autonomia, significa non  doversi confrontare con un potere lontano ma attraverso qualcuno che renda conto direttamente e da vicino ai suoi cittadini, significa assumere la cura di un territorio e dei suoi abitanti con trasparenza e rigore.

Avere amministrazioni vicine genera fiducia, l'ascolto e la risoluzione diretta dei problemi generano fiducia e laddove è presente la fiducia c'è partecipazione. Il centralismo, la partitocrazia hanno allontanato le persone dalla politica e dalla voglia di impegnarsi per il bene comune.

Scrivendo Federalismo parliamo di un sistema che riduce la burocrazia, elimina le duplicazioni, accorcia i tempi, consente di agire con rapidità, trasparenza e chiarezza.

Viviamo in un Paese dalle centinaia di culture e modalità di vita, già un Ligure è profondamente diverso da un Lombardo eppure questo se ci pensate bene può tradursi in "valore comune", un sistema federale valorizza le vocazioni di ciascuno e le mette a sistema.

Parlando del Sistema Svizzero abbiamo capito che il Federalismo, se ben organizzato, lascia alle comunità la possibilità di esprimere il meglio di sé, senza essere frenata da regole calate dall'alto, crescendo attraverso le proprie forze, ma anche con il supporto delle altre Comunità.

Noi scriviamo di un Nord che vuole essere una guida attraverso la forza del lavoro e della cultura, ma vogliamo anche incarnare responsabilità, vicinanza, efficienza, pluralità, libertà, Europa, possibilmente l'Europa dei Popoli tanto cara a Gianfranco Miglio. 

E se parliamo di responsabilità ne parliamo a livello nazionale, tendendo la mano al Sud, sulla forza di un rapporto basato sulla responsabilità reciproca. 

Andranno eliminate tutte quelle forme di stanziamenti che, anziché creare ricchezze, hanno reso schiave migliaia di persone di elargizioni, privandole dei servizi essenziali, che hanno impedito la nascita di posti di lavoro onorevoli e di territori ricchi e orgogliosi della propria autonoma capacità.

Vanno interscambiati modelli, competenze, investimenti, energie giovani, risorse, creatività.

Non più assistenzialismo, ma alleanza produttiva.

Abbiamo scritto Europa, oltre che a Sud si deve guardare aldilà dei confini nazionali.

Bisogna andare oltre la diplomazia, interscambiare commercio, cultura, progetti scientifici e industriali.

Una terra ricca ed evoluta come la nostra, al pari ad esempio di Baviera e Catalogna è già parte del mondo, ma deve esserlo ancora di più, creando, accentuando, sponsorizzando, l'Europa dei Popoli e delle Nazioni consapevoli.


Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como

lunedì 27 ottobre 2025

IL MODELLO SVIZZERO, UNICA SALVEZZA

 


Sono passati ormai vent'anni dall'inizio delle mie pubblicazioni e dall'inizio della mia attività politica attiva.

Ho scritto di politica, di sociale, di costume, ma nel tempo ho sempre trattato e sponsorizzato due temi: la democrazia diretta e il federalismo, tradotto in parole povere, la Svizzera.

Ho vissuto molte esperienze politiche affini a Patto per il Nord che non si sono concretizzate, tra le tante esperienze un contatto con un Parlamentare svizzero che voleva federare parte della Lombardia alla Confederazione Elvetica, ma mai come oggi ho sentito il risultato vicino.

Ci sono dei compagni di viaggio in questo percorso politico, come Giancarlo Pagliarini, che sono dei luminari in questo, ma cerco comunque di dare il mio contributo nel farvi capire cos'è la Svizzera, cos'è il federalismo perfetto.


In Svizzera vige un sistema politico-amministrativo con poteri ripartiti su tre livelli precisi: la Confederazione, i 26 Cantoni e i Comuni. 

Nel pieno principio della sussidiarietà la Confederazione si occupa solo di competenze quali la politica estera o la difesa, per il resto i Cantoni godono di ampia autonomia, con proprie costituzioni, parlamenti e leggi in settori come istruzione, sanità e polizia.

Fatto salvo che non uno stato centralizzato ma federale, alienati alcuni limiti costituzionali i Cantoni sono "sovrani", muniti della facoltà di redigere la propria Costituzione e di gestire le proprie competenze. 

Fedeli al principio di sussidiarietà le decisioni vengono prese al livello più basso possibile. La Confederazione interviene solo quando i Cantoni non possono o non sono in grado di gestire un compito in modo più efficiente. 

Ai  Cantoni è data possibilità di partecipare al processo decisionale a livello federale, quali ad esempio le modifiche alla Costituzione che devono essere approvate dalla maggioranza del popolo e dei Cantoni. 

Il federalismo fiscale svizzero si basa sulla divisione delle competenze fiscali tra Confederazione, Cantoni e Comuni, ognuno con il proprio livello di autonomia nella tassazione.

La Confederazione può riscuotere solo le imposte espressamente previste dalla Costituzione, limitate e devono essere regolarmente confermate dal popolo tramite votazione. 

I Cantoni sono sovrani in materia fiscale e hanno leggi, imposte e aliquote proprie per le imposte su reddito, sostanza, successioni e altre voci. 

Ai Comuni è concesso riscuotere imposte solo se i Cantoni lo permettono, partecipando molto spesso tramite le loro tassazioni al gettito fiscale cantonale. 

Questo possiamo metterlo, in parte, in linea con la perequazione finanziaria che è uno strumento chiave per ridurre le disparità economiche tra i Cantoni, con i Cantoni più ricchi che contribuiscono al sostegno di quelli più deboli. 

La Svizzera, poi, combina un sistema di democrazia rappresentativa con degli strumenti di democrazia diretta.

In Svizzera diversi strumenti della democrazia diretta possono essere utilizzati per portare il popolo alle urne. La forma più conosciuta è l’iniziativa popolare.

I cittadini possono ricorrere all’iniziativa popolare per sottoporre all’elettorato una modifica della Costituzione federale. Per andare alle urne, devono raccogliere almeno 100’000 firme valide di persone con diritto di voto nell’arco di 18 mesi.

Le iniziative popolari risultano tra l'altro anche uno strumento per iscrivere una determinata questione nell’agenda politica. Il Governo e il Parlamento possono reagire alle iniziative con delle controproposte (controprogetto).

Esistono poi due tipi di referendum.

Quello obbligatorio che rientra nella sfera della democrazia diretta. Se il Governo e il Parlamento svizzeri vogliono modificare la Costituzione o aderire a organizzazioni internazionali deve essere indetto un referendum obbligatorio.

Quello facoltativo, invece, è una votazione popolare indetta da un comitato di cittadini su una legge approvata. Se il Governo e il Parlamento hanno approvato una legge, cittadini e cittadine possono lanciare un referendum contro di essa. Se raccolgono almeno 50’000 firme valide in 100 giorni, il popolo si esprimerà alle urne.

Il sistema giudiziario svizzero è federale, con ampia autonomia dei cantoni, ma con competenze federali per la legislazione e la procedura penale. Il potere giudiziario federale è guidato dal Tribunale federale, il tribunale supremo, supportato da altri tre tribunali federali: il Tribunale penale federale, il Tribunale amministrativo federale e il Tribunale federale dei brevetti. A livello cantonale, l'organizzazione giudiziaria varia, ma in genere include tribunali di prima e seconda istanza, che gestiscono le cause civili, penali e amministrative. 

Il sistema educativo svizzero è caratterizzato da una scuola pubblica forte con radicamento locale e da un’elevata permeabilità tra i diversi percorsi di formazione. La scuola obbligatoria è di competenza dei Cantoni. Nell’ambito della formazione postobbligatoria, la responsabilità è ripartita tra Confederazione e Cantoni che collaborano strettamente. 

Potete rendervi conto da soli che grazie al federalismo fiscale ed al controllo focale dei cittadini non sia possibile in Svizzera riscontrare situazioni vergognose quali possono essere le nostre attese in merito alla sanità oppure i colabrodi che percorriamo in auto.

Esportare in Italia questo modello è tra le priorità maggiori di "Patto per il Nord", si tratta di un sistema giuridico per nulla complicato e molto efficace a cui solo chi è legato a doppio taglio al centralismo può porre un rifiuto.


Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como


sabato 25 ottobre 2025

UN IMPEGNO SOCIALE: ABBATTERE LA VIOLENZA DI GENERE

 



Prendo spunto da un evento che si terrà prossimamente nel territorio che politicamente mi compete (in quanto Segretario Provinciale per Como), di cui potete leggere i particolari nella locandina allegata, per parlare di "violenza di genere", tema che sicuramente verrà trattato.

Gli ospiti del convegno sono tutte persone più preparate, esperte e competenti di me, ciò non mi impedisce di trattare un tema molto sentito attraverso il mio pensiero, convinto che rientri nei canoni politici che sto praticando.


Iniziamo dicendo che nei tempi moderni la violenza in generale ha avuto un accelerazione prorompente, lo vediamo tra i giovani, come esempio lampante,  ma ritrova nella violenza di genere l'amplificazione più assordante.

Troppe vittime, troppi casi, troppa "arrendevolezza" nel mondo femminile, troppa negligenza nel mondo maschile.

Gli attori sociali che contribuiscono a sviluppare credenze errate sul genere sono rappresentate dalla famiglia, le istituzioni e i mass media. 

Questi nel tempo hanno creato dei veri e propri stereotipi di genere che ancora oggi attribuiscono all’uomo caratteristiche come la potenza, la dominanza, la sicurezza, l’aggressività e la mancata esternazione delle emozioni; mentre la donna viene percepita come debole, dipendente, sensibile, dedita al marito e ai figli. Coloro i quali non rispecchiano questi stereotipi vanno incontro a un pregiudizio che nel peggiore dei casi si conclude con una discriminazione. 

È per questo che con l’espressione “violenza di genere” si indicano tutte quelle forme di abuso che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso.

Esistono diversi i modi con cui si può esprimere una violenza, tutti possono avere conseguenze psicologiche e fisiche importanti. 

Le principali tipologie di violenza sono: violenza fisica, violenza emotiva (causata da persistenti insulti, umiliazioni e/o critiche),violenza psicologica (minacce o comportamenti che incutono paura e che perseverano nel tempo), violenza sessuale, violenza economica, stalking.

Da alcuni studi finora effettuali si individuano alcuni fattori di rischio, precipitanti e di mantenimento della violenza. 

I fattori di rischio nella violenza di genere includono aspetti individuali, relazionali e sociali.

Esiste una correlazione tra bassi livelli di istruzione e un’alta percentuale di violenza domestica.

I soggetti che hanno subito un abuso infantile hanno più probabilità di macchiarsi del reato di violenza di genere in età adulta; i bambini che sono stati vittime o hanno assistito ad atti di violenza domestica, crescendo tenderanno più facilmente a sviluppare l’errata credenza che la violenza sia un modo ragionevole per risolvere un conflitto. 

Più dettagliatamente i bambini maschi possono apprendere che le donne non sono ugualmente rispettate, pertanto avranno maggiori probabilità di abusare del sesso femminile in età adulta.

A loro volta le bambine femmine che assistono alla violenza domestica avranno maggiori probabilità di essere vittime dei loro partner da adulte. 

Tutti questi fattori di rischio che sono da ricondurre al personale vissuto dell’individuo, uniti ai fattori precipitanti e di mantenimento, possono scatenare e mantenere costanti nel tempo gli atti violenti.

I fattori precipitanti rappresentano tutte quelle caratteristiche che portano l’abusante a determinare azioni violente, li possiamo riconoscere tra gli eventi stressanti ( spesso legati al lavoro o alla disoccupazione), nella condizione socio-economica della vittima e dell’abusante, tra i comportamenti antisociali e/o delinquenziali al di fuori della famiglia, nell'abuso di alcool e droghe, quest'ultimo aumenta notevolmente l’incidenza della violenza domestica.

La mancanza di comunicazione efficace all’interno della coppia predispone a un rischio maggiore di maltrattamenti.

A mantenere, anzi ad alimentare situazioni malate contribuiscono: possessività, gelosia e sospettosità; tratti paranoici; tendenza al controllo familiare; bassa autostima; dipendenza affettiva patologica; intimidazioni e minacce per spaventare la vittima; isolamento sociale.

Ogni qualvolta il ciclo della violenza si ripete, la vittima apprende che qualsiasi cosa faccia non potrà evitare gli abusi, pertanto subirà passivamente le violenze sentendosi ormai arresa e impotente. 

Questo fa sì che la vittima non chieda aiuto alla rete di supporto sociale, ma piuttosto mantenga le dinamiche d’abuso.

Tutti questi fattori ci indicano che chi agisce abusi e violenze in base al genere acquisisce spesso questi comportamenti dalla famiglia, dalla società e dalla cultura di appartenenza.

Questa analisi sociale ci fa comprendere perché un'alta percentuale di casi rimane non denunciata, rendendo la violenza un fenomeno ancora parecchio sommerso. Le statistiche mostrano che, nonostante i progressi, molte vittime non denunciano per paura, vergogna o, ancora oggi, per mancanza di consapevolezza.


Come possiamo combattere questa piaga sociale?

È importante un impegno collettivo per promuovere l'uguaglianza di genere e creare una società libera dalla violenza e dalla discriminazione.

Affrontare il problema richiede interventi a livello sociale, comunitario e individuale, che posso essere molto più proficui delle leggi emanate per contrastare il fenomeno.

Tra l'altro  misure come l'allontanamento dalla casa familiare, il divieto di avvicinamento, l'arresto in flagranza per violazione di tali misure e l'applicazione del braccialetto, fino ad oggi si sono rivelate spesso fragili, difficili da applicare, a volte anche da infliggere.

Quindi occorre veramente che tutti si prodighino per cancellare questa vergogna sociale.

Deve succedere nella vita privata, nell'ambito lavorativo e sportivo, nella vita sociale in genere.

"Patto per il Nord", anche sottoforma di "Donne Patto per il Nord", ha mei propri obbiettivi programmatici la lotta a questa vergogna e si applicherà nel ricercare e nell'attuare metodologie efficaci che debellino questa vergogna.


Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como



lunedì 20 ottobre 2025

La nuova Classe Politica del Nord



Mi piace di tanto in  tanto leggere le statistiche ISTAT, ne esce sempre un quadro della situazione. Se andiamo a guardare la fiducia nelle istituzioni scopriamo che le uniche istituzioni che ottengono costantemente livelli di fiducia più che sufficienti da parte dei cittadini sono i Vigili del fuoco, le Forze dell’ordine e il Presidente della Repubblica. L'ultima a mio avviso vive ancora del lancio che gli diede Sandro Pertini, ribaltando il trend negativo che nacque con Giovanni Leone.

Per il resto, la fiducia nelle istituzioni della democrazia è sotto la sufficienza. Si tratta di caratteristiche di lungo periodo. Nell’ultimo anno si registra una flessione generalizzata nei livelli di fiducia istituzionale rispetto al 2023, anno in cui la fiducia era cresciuta in modo significativo soprattutto verso il Parlamento italiano, il governo nazionale, i partiti politici e il Presidente della Repubblica.

Nel 2024 i cittadini di tutta Italia danno fiducia ai governi regionali al 40,9%, al governo nazionale al 37,3%, ai partiti politici al 22,4%. Percentuali che tutto sommato ricalcano le percentuali di votanti alle varie consultazioni elettorali.

 Anche il sistema giudiziario non eccelle con percentuale attorno al 45%.

Tra le istituzioni locali, verosimilmente per la maggiore vicinanza al cittadino, riscuotono più consensi in termini di fiducia le amministrazioni comunali rispetto a quelle regionali. Più diminuisce la vicinanza territoriale tra cittadini e istituzione di governo, più si riduce il livello di fiducia.

Al Nord maggior fiducia verso le istituzioni locali e meno in quelle nazionali e non è una sorpresa visti i trattamenti da parte dello Stato centrale.

Ma torniamo al 22,4% riservato ai partiti politici.

Non è una sorpresa, da anni si dividono il palco tra radical chic, votati al  politically correct, e rozzi destroidi pieni di slogan ma privi di capacità politica concreta, uniti però da un unico scopo: vampirizzare i cittadini.

Hanno costituito, uniti, una classe politica autoreferenziata, una casta che ha convinto gli elettori che nulla può più cambiare, allontanandoli dalle urne e dall'interesse alla politica.

Ma qui casca l'asino.

Da un anno a questa parte è nato "Patto per il Nord". E' nato per essere il Sindacato e l'Avvocato del Nord, ma anche per riportare la gente vicina alla politica, fiduciosa verso la politica, vogliosa di tornare non solo a parlare di politica ma di esserne parte integrante.

Uno degli obbiettivi di "Patto per il Nord", non certo l'ultimo, è di creare una nuova classe politica e ci riusciremo.

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como


 

giovedì 16 ottobre 2025

UNA SANITÀ CHE CI PROTEGGA PASSA SOLO DAL FEDERALISMO









 La sanità in Italia negli ultimi anni ha subito una regressione macroscopica, anche nelle regioni che ne facevano un vanto, quali la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna.

Ogni giorno leggiamo sui giornali e discutiamo nei bar di  carenza di personale e posti letto, di lunghe liste d'attesa per visite ed esami, dell'aumento della spesa privata a carico dei cittadini, della difficoltà nell'accesso ai servizi, specialmente per le fasce più vulnerabili della popolazione, che portano a un progressivo deterioramento del sistema.

E' evidente una macroscopica carenza sia di medici di base che di infermieri, con conseguente aumento del carico di lavoro per il personale esistente e necessità di ricorrere a medici "a gettone", con tutto quanto viene a costare "di ritorno" in confronto ai tagli effettuati, sia finanziari che di sistema.

La sanità italiana ha visto la fuga di decine di migliaia di professionisti negli ultimi vent'anni, spinti da condizioni di lavoro spesso non competitive rispetto ad altri Paesi. A ciò si aggiunge l'età media elevata del personale sanitario, con un ricambio insufficiente.

Le liste d'attesa per visite, esami e interventi sono diventate infinite, e la situazione ha subito una brusca accelerazione a causa della pandemia la quale ha anticipato, agli occhi di tutti, l'evidenza del problema.

Le problematiche di cui sopra portano molti cittadini a rinunciare alle cure (la salute è un diritto fondamentale dei cittadini sancito dall'Art. 32 della Costituzione) o a rivolgersi al settore privato, aumentando la spesa sanitaria a carico delle famiglie, già messe in difficoltà dai continui aumenti delle tasse e del costo della vita.

L'autonomia delle singole Regioni, vista la struttura dello stato che è centralizzata, ha concesso ad alcuni territori, capaci, anni d'oro ed ad altri, meno capaci, sangue e dolore. Una struttura federale dello Stato renderebbe efficace questo sistema che oggi risulta farraginoso e sostanzialmente inefficace; paradossalmente potrebbe addirittura migliorare, anzi rendere attivo, un sistema unificato. grazie alle collaborazioni tra sistemi regionali resi responsabili e consapevoli, privi della scure sulla testa imposta da un sistema centralista e burocratico.

E' comunque evidente una scelta politica, che si traduce in una situazione finanziaria, che rende evidente un sottofinanziamento cronico del sistema sanitario, che impedisce di far fronte ai cambiamenti demografici e all'aumento delle aspettative di vita, che crea insoddisfazione da parte del personale sanitario e un peggioramento del rapporto con i cittadini a causa delle difficoltà di accesso e delle condizioni lavorative stressanti.

Ovviamente anche la spesa per i servizi di prevenzione è drasticamente diminuita, mettendo a rischio la salute pubblica a lungo termine, condannando a volte a morte persone colpite da patologie a lungo termine. Ormai patologie come il diabete, i tumori e le malattie cardiovascolari sono tra le principali cause di mortalità e richiedono interventi che combinino stili di vita sani, screening precoce e terapie efficaci.

La situazione in parte mette in crisi anche l'industria farmacologica causando difficoltà nel reperimento di farmaci essenziali, anche causate dalla dipendenza dall'approvvigionamento estero e da fattori speculativi.

Patto per il Nord ha a cuore la salute non solo degli abitanti le regioni del Nord, ma quella di tutti, in Italia e nel mondo, anche se ovviamente potrà operare soprattutto in un area territoriale delimitata.

Siamo convinti che l'Autonomia Regionale in questo settore, come in centinaia di altri, giovi.

Denaro a disposizione direttamente e immediatamente, senza giri tortuosi e sottrattivi, e maggiore risposta diretta ai cittadini non possono che migliorare la situazione senza dover inventare formule magiche.

Salute e sanità, due fattori, due motivi in più per sostenerci, votarci, aderire al nostro movimento.

Per il Nord, Noi

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como

domenica 12 ottobre 2025

OBBIETTIVI PROGRAMMATICI PATTO PER IL NORD: Patto sociale per il Nord

 



Iniziamo il discorso specificando cos'è una Comunità, quantomeno cosa identifica quella specifica che rientra nel nostro discorso.

Una comunità è un gruppo di persone che condividono uno o più elementi comuni, come un territorio, degli interessi, una lingua, una cultura, o dei valori, a volte secolari, questi elementi compattano, rafforzano e plasmano la reciproca interdipendenza. 

Da questo nascono un senso di identità condivisa e di appartenenza a un gruppo, un insieme di relazioni, scambi e collaborazioni tra i membri, la condivisione di scopi e valori che guidano le azioni del gruppo e volendo un sistema di do ut des, in cui i membri contribuiscono alla collettività. 

Sostanzialmente si tratta di Patto Sociale, nel nostro specifico un Patto Sociale per il Nord.

Se il Federalismo, soprattutto se basato sulle mere Autonomie Locali è vicinanza, questo deve anche tradursi in welfare. 

Attenzione non scambiate il tutto per assistenzialismo, stiamo parlando di solidarietà responsabile, concetto fondante per una Comunità che ormai sembra caduto in disuso. 

Nei nostri programmi e previsto un  Patto sociale che prevede:

Sanità di prossimità: ospedali integrati con medici di base, case della salute, servizi domiciliari.

E qui personalmente la intendo come  un modello incentrato sulla persona e sul suo domicilio, integrando reti di supporto formali e informali. Questo modello prevede la creazione di servizi come le Case della Comunità e gli ambulatori di prossimità, che offrono assistenza sanitaria e socio-sanitaria integrata e a bassa soglia, riducendo la necessità di ospedalizzazione. Si deve inoltre promuovere un approccio reticolare che coinvolga il territorio, le reti informali (famiglia, vicinato, volontariato) e perché no l'uso di tecnologie come il telemonitoraggio e il teleconsulto. 

Welfare comunitario: sostegno a chi perde il lavoro, a chi cura un familiare, a chi vive fragilità, con strumenti locali, cooperativi, associativi.

E qui personalmente sottolineo alcune scelte fondamentali vedi ad esempio:

Sussidiarietà: Le azioni di welfare vengono promosse e gestite a livello locale, applicando il principio che ciò che può essere fatto meglio a un livello più basso non deve essere fatto a un livello più alto.

Partecipazione attiva dei cittadini: Le persone non sono solo beneficiari, ma diventano produttori e distributori di servizi, coinvolti attivamente nel processo decisionale.  

Sinergia pubblico-privato: Collaborazione tra le istituzioni, il settore pubblico e i cittadini, spesso attraverso processi partecipati e partnership. 

Istruzione radicata: scuole che dialogano con le vocazioni territoriali, università aperte, formazione lungo tutto l’arco della vita.

Coesione sociale: ridurre il divario tra città e campagne, tra centri e periferie, offrendo opportunità concrete.

Si tratta quindi di generare un welfare federale leggero ed efficace che  costruisca comunità, non dipendenze.


Giorgio Bargna,

Patto per il Nord

Como

100.000 volte Libero Pensiero

 

Nella giornata del 12 0ttobre 2025 il mio blog "Libero Pensiero" ha segnato la centomilessima visualizzazione.
Ho iniziato in sordina questa attività il 3 Settembre del 2007, dopo un inizio lento nel 2012 iniziano le soddisfazioni, fatti salvi alcuni post molto tecnici iniziavo ad avere dalle 150 alle 2500 visualizzazioni sugli articoli, questo fino al Febbraio 2020 dove iniziavo ad essere critico sulle scelte governative sul Covid, improvvisamente le visualizzazioni calano a poche decine per articolo, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, anche se vedrò di non pensare e darò la colpa alle mie idee.
Fatto sta che a questo punto riduco sensibilmente le mie pubblicazioni fino ad Aprile 2025 quando entro in "Patto per il Nord" e riprendo a pubblicare con continuità.



Qui nascono i temi di paragone tra l'analitica di Google e gli Insight di Facebook.
Prendo ad esempio il post intitolato "Con il cuore e col sorriso (La speranza divampa).
Secondo Google abbiamo 75 visualizzazioni, una sua condivisione su Facebook mi dice che è stato visualizzato 672 volte e questo succede per tutti i post. 
Non andiamo a polemizzare ed evitiamo di pensare che qualcuno sbaglia, festeggiamo questo 100.000 sapendo che probabilmente si dovrebbe festeggiare già il doppio.
Grazie a tutti voi che mi leggete,
Giorgio Bargna


martedì 7 ottobre 2025

Obbiettivi programmatici Patto per il Nord: Il lavoro

 



Se ce la andiamo a cercare scopriamo e sappiamo che in molte costituzioni, il lavoro è considerato sia un diritto fondamentale del cittadino che un dovere sociale che contribuisce al progresso materiale e spirituale della società. 
Ma il lavoro è, anche e, soprattutto dignità oltre che una forma di identità.
Il lavoro contribuisce si al progresso sociale, ma anche e soprattutto a quello personale, ma non in forma atomizzata, ma in forma "federale", ognuno di noi è parte di una federazione chiamata comunità e se il federalismo è responsabilità, il lavoro è la prima forma di responsabilità. 
Non si scappa da un concetto: non c'è comunità senza lavoro, non c'è dignità senza lavoro. 
Questo lo sa benissimo chi sta cercando di distruggere il senso di comunità e di appartenenza.
Il Nord ha fatto del lavoro la sua identità: arti e mestieri, manifattura, industria, innovazione, ma oggi il lavoro è minacciato da precarietà e incertezza. 
Due fattori che in parte sono dovuti ad un evoluzione industriale, ma in parte anche dovuti a scelte ben mirate, che hanno spinto verso salari più bassi grazie anche "all'importazione" di lavoratori sfruttabili e a situazioni di ricatto economico imposte agli  autoctoni.
Patto per il Nord prevede un obbiettivo principale, praticamente decisivo, risolutivo, un federalismo basato sull'autonomia delle Regioni, un Italia federale che deve garantire alcuni punti cardine inderogabili.
In buona pace per l'era industriale vanno comunque e sempre valorizzati "i mestieri": gli artigiani e le professioni tradizionali sono patrimonio vivo, non residuo. Perchè il lavoro è anche comunità, non si tratta solo e semplicemente di produzione, il lavoro si fonda anche sull'appartenenza, anzi se vogliamo dirla tutta, la fonda e la valorizza. 
In un sistema federale, le politiche del lavoro devono adattarsi ai territori, perché ogni comunità ha le sue vocazioni e le sue forze.
Di qui non possiamo svincolarci dalla formazione consapevole, stiamo parlando di scuole e università legate ai territori, stiamo parlando di apprendistato di qualità, stiamo parlando di un dialogo costante tra formazione e imprese. 
Dobbiamo creare ed adeguare il mondo del lavoro ad un innovazione radicata, vanno cavalcate le trasformazioni tecnologiche senza subirle, vanno create nuove professioni, vanno sostenute start-up e PMI.
Il federalismo introdotto sul lavoro, oltre a sviluppare ancor di più l'appartenenza e la comunità, contribuirà a ad abbattere la precarietà contribuendo alla nascita ed allo sviluppo del contratto di lavoro dignitoso.

Giorgio Bargna
Patto per il Nord, Como

sabato 4 ottobre 2025

FORZA E CORAGGIO (Trasformiamo l'appartenenza in libertà e benessere)



Quando pubblico utilizzo spesso il termine e l'hashtag appartenenza.

Non si tratta di un termine di poca importanza, anzi, è il fulcro di una comunità.

Nelle ultime settimane la Brianza è stata flagellata da un alluvione senza precedenti.

Ne sono usciti, quali fattori positivi, l'orgoglio, la tenacia, lo spirito di corpo e il senso di appartenenza dei brianzoli.

Soltanto a Meda, per fare un esempio, si sono attivati spontaneamente 700 volontari, su tutto il territorio, la Protezione Civile (sempre volontari sono) ha lavorato intensamente e senza tregua.

I Brianzoli, anche coloro che sono giunti qui come migranti, sono un Popolo, peccato lo siano a tempo determinato.

Indomiti si raccolgono nella forza lavoro, nella solidarietà, nella reazione davanti alle difficoltà anche più improvvise, ma poi si rivelano proni alle sodomizzazioni che lo Stato gli impone.

Quanto pagato in tasse non rientra in servizi, in sicurezza, in sanità, in trasporti, sempre più famiglie toccano la SOGLIA DELLA POVERTA' eppure non c'è ribellione, non c'è un azione di protesta se non tra le discussioni al bar o al lavoro.

Una volta si diceva: "asen lumbard paga e tas", questa è diventata una prassi.

E mi stupisco doppiamente quando vedo le persone manifestare o scioperare a favore della Palestina o per mille cause lontane da noi. 

Oggi mi rivolgo al mio Popolo, quello Brianzolo, quello Insubre, quello del Nord.

Il Mahatma Gandhi, quanto Nelson Mandela ci hanno insegnato che basta crederci per cambiare, protestare, ribellarsi senza violenza e ottenere la libertà.

Oggi Patto per il Nord offre l'opportunità di salire sul treno del Federalismo, dell'Autonomia Regionale, della cura e della tutela del NOSTRO Territorio.

E' l'ultimo treno che passa, Brianzoli, Insubri, Lombardi non perdete la coincidenza, non ci sarà una seconda possibilità.


Giorgio Bargna

Segretario Provinciale Como

Patto per il Nord


Per il Nord, Noi!!!

 

domenica 28 settembre 2025

CON IL CUORE E CON L'ORGOGLIO

 



Vivo a Cantù e lavoro a Meda, in questi giorni in auto e sul furgone ho attraversato Meda, Cabiate, Mariano Comense, Cantù, compresa la mia beneamata Vighizzolo.

Ho visto scene che non avrei mai immaginato, cumuli di macerie accatastate a bordo strada, ho sentito le testimonianze di chi, sotto l'acqua che ha invaso abitazioni e strutture lavorative, ha lasciato ricordi, mobili, auto, attrezzi e macchine da lavoro, speranze di vita, investimenti economici e ha provato tanta paura per se stessi e per i propri cari.

Stavolta l'ondata di maltempo è stata più devastante del solito, ma so che con il cuore e con l'orgoglio che distingue i brianzoli, per molti di loro tutto verrà ricostruito e anche migliorato, però c'è un però…

Un però che capiranno meglio coloro che non ce la faranno a rialzarsi e coloro che usano la testa.

Noi Brianzoli siamo orgogliosi e tenaci, ma stupidi, non ci accorgiamo che con i soldi che da Roma non arrivano potremmo salvaguardare i nostri argini, così come le nostre case, le nostre scuole, i nostri servizi pubblici; dai trasporti alla sanità attraverso i servizi sociali.

Mi appello a voi miei conterranei, è ora di dire basta a tutto questo. tanto Nelson Mandela quanto il Mahatma Gandhi ci hanno insegnato che ci si può ribellare pacificamente.

Oggi Patto per il Nord è il treno su cui salire e attraverso il quale veicolare il Nostro Risorgimento, il movimento che ha a cuore le necessità dei territori del Nord, ogni giorno più impoveriti, ogni giorno più vessati, da una classe politica autoreferenziata, composta anche da molti lombardi.

Vi aspetto per creare insieme il cambiamento,

Giorgio Bargna

Segretari Provinciale Como

Patto per il Nord

mercoledì 24 settembre 2025

PONTE SULLO STRETTO, LE DIMISSIONI DOPO I DUBBI DELLA CORTE DEI CONTI


Avevo già scritto di questo l'ormai lontano 8 Agosto, dubbi sulle sicurezze strutturali, dubbi su ogni logica tecnico-economica, domandandomi quali reali interessi si celano dietro un progetto scadente, rischioso, costosissimo, che produrrebbe assai più danni che benefici.

Oggi 24 Settembre 2025 la Corte dei Conti ha chiesto "chiarimenti ed elementi informativi" sulla delibera del Cipess (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) che ha approvato il Ponte sullo Stretto, definendola una "ricognizione" più che una vera valutazione.

Il documento della Corte dei Conti mette in discussione diversi aspetti chiave del processo decisionale: dubbi sull’efficacia della delibera del CdM del 9 aprile 2025, che ha approvato i cosiddetti “motivi imperativi di interesse pubblico”, la Corte rileva assenza di alternative progettuali legate alla salute pubblica e alla sicurezza, emergerebbe un disallineamento economico tra la valutazione KPMG (10,481 miliardi €) e quella del quadro approvato il 6 agosto (10,509 miliardi €), con un aumento inspiegabile di oltre 27 milioni di €, bocciato anche il piano tariffario redatto dalla TPlan Consulting, giudicato inefficace nel garantire il rientro dei costi del progetto.

Risultato: il progetto del Ponte sullo Stretto appare segnato da gravi criticità, forzature procedurali e difformità rispetto alla legge.

La Corte dei Conti ha dato 20 giorni all'amministrazione per rispondere, dopodiché si riserva la facoltà di "decidere allo stato degli atti" o di consentire all'amministrazione di ritirare il provvedimento.

Oggi, come Patto per il Nord abbiamo chiesto le immediate dimissioni del Ministro Matteo Salvini, è chiaro che non è capace di portare avanti il suo stesso progetto, quindi invitiamo il Ministro a passare meno tempo sui social e più tempo in Ufficio dove troverà modo di scrivere e presentare al Presidente del Consiglio le sue irrevocabili dimissioni. 

Ovviamente sono il primo a sapere che la richiesta non verrà soddisfatta, ma era un passaggio necessario a nome degli abitanti del Nord, presi a pesci in faccia ancora una volta da parte di chi aveva promesso di difendere i loro interessi. 

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como



martedì 16 settembre 2025

LA PITA D'ORA

 

"Comunità e tradizione" è uno dei marchi di fabbrica di "Patto per il Nord".

Tradizione sono anche le antiche leggende, da tramandare, perché in ogni storia c’è un fondo di verità o almeno di sentimenti che rimangono uguali nel corso delle varie epoche, anche se appartengono a cuori differenti. Per questo motivo tra i nostri simboli trovate anche la gallina d'oro, "La Pita d'Ora".

Non a caso probabilmente un tempo lontano la allora "Lega Nord" utilizzò questa immagine per indicare Roma che si ingrassa alle spalle del Nord.

Per noi, oggi, è semplicemente il ricordo di un tempo che fu e che vogliamo ripristinare, la ricchezza di una Terra che vuole alimentarsi da sola come ha fatto per secoli. 

La chioccia d'oro rappresenta un tesoro, un simbolo di ricchezza e abbondanza. 

Tanto che, legate a leggende e tradizioni, due chiocce d'oro con i loro pulcini, vengono conservati nei tesoro del Duomo di Monza e anche a Groppello. 

E’ interessante sapere che nel 1810, una pubblicazione francese, parlava di Vigevano, narrando una leggenda oramai dimenticata. Ma questa leggenda vive ancora in alcune lande.

Il libro che raccontava questa storia era stato scritto a Parigi, e secondo lo storico Ambrogio Basletta, tale leggenda veniva tramandata ancora di padre in figlio fino al 1915 circa. Basletta, maggiore dell’esercito, con la passione della riscoperta delle tradizioni locali, narra che la leggenda iniziava cosi: "Alla mezzanotte e un minuto secondo del 31 dicembre di ciascun anno, piova o nevichi, sia sereno o fischi la raffica, splenda la luna in un cielo mite o il gelo intristisca i campi, fa tredici giri intorno alla vasta corte del castello una chioccia. Essa è seguita da undici pulcini pipilanti lamentevolmente. Tanto la chioccia quanto i pulcini sono d’oro massiccio: mentre la prima tiene, al posto degli occhi, due grossi brillanti, i secondi hanno invece piccoli rubini luccicanti come faville".

Si narra che colui avesse incontrato l’insolita famigliola, dopo aver recitato alcune, sconosciute, frasi misteriose, si sarebbe trovato davanti alla gallina d’oro, la quale si sarebbe trasformata in una donna dai capelli biondi, così come gli undici pulcini in paggi biondi. Inoltre, il fortunato viandante, sarebbe diventato lo sposo della giovane donna, per di più ricco, perché ciascuno dei paggi era in possesso di un segreto per raggiungere un favoloso tesoro. 

Va considerato anche che  il pulcino è un potente simbolo di rinascita, nuova vita e abbondanza,  con la sua fragilità e aspetto tenero, è associato alla purezza e all'innocenza, e può rappresentare l'amore tenero. 

Le leggende nascondono sempre un fondo di verità, i nostri territori sono la Pita, i cittadini possono essere tanto i paggi che il viandante e se, insieme a noi, cercheranno il loro 31 Dicembre , sia loro che i territori, brilleranno a 18 carati.

Giorgio Bargna

Patto per il Nord Como


sabato 13 settembre 2025

CON IL CUORE E COL SORRISO (LA SPERANZA DIVAMPA)

 



Il 13 Settembre 2025 è successo qualcosa che è destinato a riscrivere il futuro delle terre del Nord.

Sessanta Cuori hanno pulsato, dalla Liguria fino al Friuli, dal Confine con la Svizzera a scendere fino alle Marche.

Con l'organizzazione di sessanta Gazebo in simultanea, centinaia di uomini e donne, aderenti a "Patto per il Nord, armati solo di sorrisi e cordialità, si sono messi a disposizione dei Cittadini per ascoltare le loro istanze, le loro necessità, le loro proposte.

Ma non solo questo, hanno dimostrato che "la speranza divampa", che c'è ancora chi si prende cura delle nostre Terre, che propone un sistema alternativo che tenga viva la speranza di un economia sostenibile, che mantenga vive le nostre tradizioni e le nostre culture.

Oggi è sbocciato un fiore, da coltivare, irrigare e trapiantare ed abbiamo invitato tutti ad unirsi a noi, a guidarci con il contributo della loro speranza e delle loro idee ad aiutarci a costruire il nuovo sogno.

Tutto questo si traduce in uno slogan, che non è una frase ma altresì il nostro futuro: 

"Per il Nord, Insieme".

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como


sabato 6 settembre 2025

MENTRE IL CASTELLO CROLLA, IL SOGNO DIVAMPA

 


El diseva ul me Pàa: "quant la melma la riva ai calcagn o che la spuza o che la fa dagn".

Oggi la maleodoranza della situazione e le caviglie bagnate stazionano in Via Bellerio.

Le mura del fortino stanno cedendo e si stanno cercando le contromisure. 

In questa situazione la Salvini Premier torna improvvisamente a parlare di Nord, a parlare, a fini elettorali di Autonomia (tema in cui non ha mai creduto ma che ha sempre spacciato al suo elettorato),proprio mentre viene accerchiata a 360° sulla questione Ponte sullo Stretto.

Attaccando l'uomo che sta guidando l'armata "Patto per il Nord" si accusano Grimoldi ed altri di essere dei trombati in cerca di vendetta. 

Fatto salvo che Grimoldi è stato l'ultimo Segretario eletto della Lega Lombarda prima che Salvini commissariasse ogni angolo della Lega, qui non c' è in atto nessuna vendetta, ma bensì la rinascita di un sogno tradito. 

Dobbiamo ringraziare Salvini per questo, perché è stato proprio lui, con le sue scelte sconsiderate, con il suo abbandono della cura del Nord, con le sue ciliegie mangiate in TV a spingere chi già da decenni aveva abbandonato la Lega e chi come me, pur non essendo mai stato leghista è fermamente autonomista, indipendentista ma soprattutto coerente con i propri ideali.

Il risultato lo si vede ogni weekend attraverso i nostri gazebo sparsi per tutto il Nord, lo si vede dalla rinascita di partecipazione che ha portato centinaia di persone ad unirsi al "Patto".

Sabato 13 Settembre 2025, attraverso le centinaia di gazebi, che saranno presenti in più di cinquanta province, le mura del castello salviniano subiranno un altro duro scossone e da qui in avanti quando si parlerà di trombati, Salvini dovrà stare attento che non si parli di lui!!!


Per il Nord, Noi 

Giorgio Bargna

Patto per il Nord Como

lunedì 1 settembre 2025

NELLA DIFFERENZA TRA LE STRUTTURE FEDERALI E LE ELARGIZIONI PASSA IL FUTURO DEL NORD

 


Davanti all'imminente nuovo anno scolastico le solite affermazioni: più continuità didattica grazie a organici stabili e cattedre coperte anche nelle aree in sofferenza, soprattutto al Nord, dove la carenza di insegnanti resta cronica.

Il ministro Valditara, ha annunciato  l’inserimento del personale della scuola nel Piano Casa, intervento che prevede “benefit importanti” per i docenti disposti a trasferirsi interregionalmente verso Lombardia e Veneto, così da ridurre le rinunce alle immissioni in ruolo e favorire la mobilità territoriale.

Riflessione: perché da decenni si sposta personale anziché cercare di incentivare gli abitanti del nord a questa professione? Soprattutto in questo periodo di vacche magre.

Il nostro sistema distribuito su scala nazionale fa si che il reclutamento tramite graduatorie fa sì che i docenti vengano assegnati in base alle disponibilità delle cattedre, che spesso si trovano in luoghi lontani dalla loro residenza. E allora non sarebbe meglio ridimensionare tutto a livello Regionale? E' ovvio che dalle zone depresse ci si sposti, nelle aree più agiate gli insegnanti si dirigono verso le scuole private o altre professioni.

Nel quadro politico delineato da Palazzo Chigi e Mit, l’obiettivo è ampliare l’offerta di abitazioni a prezzi calmierati nelle grandi città e nei territori a forte tensione abitativa, con una platea che includa giovani coppie, famiglie numerose e, nella proposta di Valditara, anche il personale scolastico fuori sede.
Il Ministro ha inoltre affermato che nei futuri progetti di edilizia residenziale sociale verranno desinati alloggi a prezzi calmierati anche ai professionisti della scuola, con particolare attenzione a quanti si trasferiscono.

Lo stipendio di un insegnante italiano dipende dall'anzianità di servizio, dal tipo di scuola in cui si insegna e dal titolo di studio, ma si può stimare un range tra i 1.350 e i 1.960 euro netti al mese per un docente a tempo in base al contratto nazionale. Non stiamo parlando di una categoria più povera delle altre, nei centri commerciali e nelle fabbriche di molti settori a volte si fatica a raggiungere i 900 euro.

Va aggiunto inoltre che le agevolazioni per i dipendenti statali nel 2025 includono un bonus integrativo sulla retribuzione per redditi fino a 20.000 euro, accessibile tramite i dati disponibili nell'sistema Noipa e erogato in busta paga a giugno 2025, oltre a vantaggi sul mercato del credito tramite la convenzione INPS che offre mutui a tassi agevolati e la possibilità di richiedere prestiti annuali e biennali con la trattenuta diretta sullo stipendio. Sono inoltre disponibili agevolazioni per la formazione, come il progetto "PA 110 e lode", e benefici per i figli attraverso il fondo gestione creditizia e sociale INPS, che offre borse di studio, voucher per soggiorni estivi e altri contributi. 

Quindi traiamo due conclusioni finali.

La prima parte da un dato di fatto. Sappiamo tutti che l'Italia è disseminata di "alloggi popolari",
appartamenti pubblici sfitti, molti da ristrutturare e riassegnare, mentre si assiste ad un progressivo
calo rispetto agli anni passati delle domande presentate da nuclei indigenti. Allora perché anziché elargire sovvenzioni a raffica non si punta alla ristrutturazione ed all'utilizzo di questi? Viene il dubbio, direi legittimo, che sia più conveniente l'elargizione di sovvenzioni ed il dono  di agevolazioni ai dipendenti statali nel tentativo di renderli bacino di voto per i "partiti tradizionali".

La seconda conclusione porta a chiedersi perché non venga organizzato il mondo della scuola e di altri settori su scala regionale come avviene ad esempio in Svizzera?

Il sistema scolastico, ma non solo quello, svizzero è decentralizzato e federalistico, con l'organizzazione dell'istruzione obbligatoria di competenza dei Cantoni e la gestione quotidiana affidata ai Comuni. Ogni Cantone ha la propria autonomia nell'organizzazione del sistema scolastico, garantendo un'istruzione di alta qualità. ed i docenti "fuori sede" affrontano in forma pressoché totale uno spostamento di pochi chilometri.
Qui ovviamente la risposta è ovvia. Lo Stato Italiano è accentratore e despota e mai lascerebbe agli enti locali la possibilità di governarsi in proprio.

Ecco, la risposta, la filosofia di "Patto per il Nord" è diametralmente opposta e si vota alla Democrazia di stampo federale che ha reso Paesi ricchi Svizzera e Germania, per fare solo due esempi.

Giorgio Bargna
Patto per il Nord Como