giovedì 16 ottobre 2025

UNA SANITÀ CHE CI PROTEGGA PASSA SOLO DAL FEDERALISMO









 La sanità in Italia negli ultimi anni ha subito una regressione macroscopica, anche nelle regioni che ne facevano un vanto, quali la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna.

Ogni giorno leggiamo sui giornali e discutiamo nei bar di  carenza di personale e posti letto, di lunghe liste d'attesa per visite ed esami, dell'aumento della spesa privata a carico dei cittadini, della difficoltà nell'accesso ai servizi, specialmente per le fasce più vulnerabili della popolazione, che portano a un progressivo deterioramento del sistema.

E' evidente una macroscopica carenza sia di medici di base che di infermieri, con conseguente aumento del carico di lavoro per il personale esistente e necessità di ricorrere a medici "a gettone", con tutto quanto viene a costare "di ritorno" in confronto ai tagli effettuati, sia finanziari che di sistema.

La sanità italiana ha visto la fuga di decine di migliaia di professionisti negli ultimi vent'anni, spinti da condizioni di lavoro spesso non competitive rispetto ad altri Paesi. A ciò si aggiunge l'età media elevata del personale sanitario, con un ricambio insufficiente.

Le liste d'attesa per visite, esami e interventi sono diventate infinite, e la situazione ha subito una brusca accelerazione a causa della pandemia la quale ha anticipato, agli occhi di tutti, l'evidenza del problema.

Le problematiche di cui sopra portano molti cittadini a rinunciare alle cure (la salute è un diritto fondamentale dei cittadini sancito dall'Art. 32 della Costituzione) o a rivolgersi al settore privato, aumentando la spesa sanitaria a carico delle famiglie, già messe in difficoltà dai continui aumenti delle tasse e del costo della vita.

L'autonomia delle singole Regioni, vista la struttura dello stato che è centralizzata, ha concesso ad alcuni territori, capaci, anni d'oro ed ad altri, meno capaci, sangue e dolore. Una struttura federale dello Stato renderebbe efficace questo sistema che oggi risulta farraginoso e sostanzialmente inefficace; paradossalmente potrebbe addirittura migliorare, anzi rendere attivo, un sistema unificato. grazie alle collaborazioni tra sistemi regionali resi responsabili e consapevoli, privi della scure sulla testa imposta da un sistema centralista e burocratico.

E' comunque evidente una scelta politica, che si traduce in una situazione finanziaria, che rende evidente un sottofinanziamento cronico del sistema sanitario, che impedisce di far fronte ai cambiamenti demografici e all'aumento delle aspettative di vita, che crea insoddisfazione da parte del personale sanitario e un peggioramento del rapporto con i cittadini a causa delle difficoltà di accesso e delle condizioni lavorative stressanti.

Ovviamente anche la spesa per i servizi di prevenzione è drasticamente diminuita, mettendo a rischio la salute pubblica a lungo termine, condannando a volte a morte persone colpite da patologie a lungo termine. Ormai patologie come il diabete, i tumori e le malattie cardiovascolari sono tra le principali cause di mortalità e richiedono interventi che combinino stili di vita sani, screening precoce e terapie efficaci.

La situazione in parte mette in crisi anche l'industria farmacologica causando difficoltà nel reperimento di farmaci essenziali, anche causate dalla dipendenza dall'approvvigionamento estero e da fattori speculativi.

Patto per il Nord ha a cuore la salute non solo degli abitanti le regioni del Nord, ma quella di tutti, in Italia e nel mondo, anche se ovviamente potrà operare soprattutto in un area territoriale delimitata.

Siamo convinti che l'Autonomia Regionale in questo settore, come in centinaia di altri, giovi.

Denaro a disposizione direttamente e immediatamente, senza giri tortuosi e sottrattivi, e maggiore risposta diretta ai cittadini non possono che migliorare la situazione senza dover inventare formule magiche.

Salute e sanità, due fattori, due motivi in più per sostenerci, votarci, aderire al nostro movimento.

Per il Nord, Noi

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Como

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