martedì 9 dicembre 2025

RESIDUO FISCALE, TANTO SCONOSCIUTO, QUANTO FONDAMENTALE



Parliamo oggi di "Residuo Fiscale", molti di voi ne avranno sentito parlare, ma ben pochi credo abbiano chiaro il concetto, presente di cosa si parli.

Stiamo parlando della differenza tra tutte le entrate (fiscali e di altra natura come alienazione di beni patrimoniali pubblici e riscossione di crediti) che le Pubbliche Amministrazioni (sia statali che locali) prelevano da un determinato territorio e le risorse che in quel territorio vengono spese.

Nel caso delle regioni il residuo fiscale è calcolato come differenza tra le tasse pagate e la spesa pubblica complessiva ricevuta, ad esempio sotto forma di trasferimenti o in generali di servizi pubblici.

Il concetto di residuo fiscale venne introdotto negli anni 50 dal premio Nobel James M. Buchanan.

Buchanan sosteneva che, in base al principio di equità orizzontale, l’attività pubblica (considerando tutti i livelli di governo) avrebbe dovuto garantire l’uguaglianza dei residui fiscali per individui ritenuti uguali sotto il profilo del reddito.

Un concetto molto astratto, tanto è vero che nel contesto italiano, il residuo fiscale è balzato agli onori delle cronache in seguito alla pubblicazione del saggio di Luca Ricolfi "Il sacco del Nord", nel 2010. 

Già a quel tempo l'intervallo del residuo fiscale per le Regioni del Nord Italia variava tra i 50 e gli 80 miliardi di Euro all'anno, mentre quello per le Regioni meridionali fosse negativo per una cifra tra i 41 e i 79 circa. 

Veniva inoltre dimostrato che i livelli dei consumi pro capite non corrispondessero ai livelli di PIL pro capite di ogni singola Regione, di conseguenza i territori che beneficiavano del residuo fiscale avevano un rilevabile aumento dei consumi in modo più che proporzionale al proprio prodotto interno lordo.

Oggi, il residuo fiscale della Lombardia rimane elevatissimo, oscillando intorno ai 54-58 miliardi di euro annui, rappresentando il più alto d'Italia. Il Veneto si aggira attorno agli 11 miliardi,  le regioni del Sud hanno saldi attivi ( ricevono più di quanto versano) che vanno dagli 8 ai 15 miliardi di euro.

Ora andiamo ad analizzare una struttura necessaria per consentire di poter lavorare ad una famiglia, ma che si fatica a trovare e costa salata. 

Costruire un asilo nido costa mediamente 90.000 euro, in Lombardia con 13.500.000 ne costruiremmo uno in ogni comune, senza badare alle dimensioni del comune stesso.

Le scuole di ogni genere e grado sono ormai obsolete, costruire ex novo edificio scolastico di media dimensioni, antisismico, energetico, a norma costa 5 milioni di euro, quanti ne potremmo costruire per mettere al sicuro i nostri figli e i nostri docenti e lavoratori del settore?

Se asfaltare un chilometro di strada costa nei casi più elevati  140.000 euro, quante strade potremmo asfaltare e rendere più sicure?

Ipotizziamo un prezzo già abbastanza elevato, 250 € al metro lineare, per rifare una rete fognaria pubblica, quanti chilometri ne potremmo fare?

Considerando che la costruzione  un Ospedale di ottimo livello si aggira intorno ai 40-50 milioni di euro, quanti ne potremmo mettere in uso?

Non mi metto a fare calcoli, ma di quanto potremmo aumentare gli stipendi di medici e personale ospedaliero impedendo le fughe all'estero.

Ecco signori, Patto per il Nord è nato per difendere gli interessi dei cittadini che vivono al nord, si chiamino essi Colombo, Caputo o Wang.

Tenere sul nostro territorio le nostre tasse, oltre mandare a casa gli inetti, è il nostro principale obbiettivo.

E manterremo la promessa.

Per il Nord, Insieme

Giorgio Bargna

Patto per il Nord 

Como




 

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