lunedì 16 luglio 2018

Autonomia, Responsabilità, Partecipazione


Da qualche anno ormai nel nostro Paese si parla con sempre più frequenza di Indipendenza e di Autonomia, questo perché l’Italia è un paese statalista e centralista dove lo Stato comanda e controlla quasi tutto.
L’esempio più evidente di questa forma di governo centralista è data dal fatto che le imposte dei cittadini vengono versate in gran parte direttamente allo Stato il quale poi decide, a suo piacimento, in che misura, con quale modalità e in quanto tempo ridistribuirle ai territori.

Va detto che però è un tema che appassiona una gran parte di italiani, ma non tutti; una fetta di territorio, ma non tutto; per vari motivi, alcuni sociali, alcuni di interesse privato.

Un esempio sono i recenti referendum indetti da Lombardia e Veneto.
Sebbene la Lombardia abbia indetto un referendum su temi risolvibili con una normale dialettica Stato-Regione e  il Veneto abbia indetto un quesito del tutto generico molto simile ad un sondaggio d’opinione, il fatto che 5 milioni di persone che, in due grosse regioni, escono di casa per votare generiche richieste di autonomia sono un dato politico rilevante di interesse sul tema. Una politica seria e lungimirante avrebbe da tempo capito che nel Paese “monta” una richiesta sempre maggiore di spazi di governo decentrato e di autentica autonomia nella gestione delle competenze e delle risorse, a cui è doveroso dare risposte.

Su questo diamo dei dati:
- Il 93% della spesa pubblica è deciso e attuato a livello ministeriale. Gli enti territoriali (regioni comprese) pesano per il 7% del totale.
- Il 97% del debito pubblico è prodotto dai ministeri, mentre meno del 3% è prodotto dagli enti territoriali.

A livello pratico la situazione ormai è chiaro che la situazione sia insostenibile e che sarebbe stato opportuno procedere per tempo a un’inversione di rotta; al contrario con i precedenti Governi abbiamo assistito al ritorno di politiche centralistiche e accentratrici.

Abbiamo finora puntato sulla parte prettamente di attualità ed economica, ma l’Autonomia matura anche e soprattutto per maturità oltre che per volontà.
L’autonomia intesa come facoltà di determinarsi, libertà di agire e di pensare, possibilità di provvedere da soli alle proprie necessità, è uno degli obiettivi principali nello sviluppo di ogni essere umano; è un traguardo che si aggiunge attraverso le normali tappe della crescita via via che il bambino, l’adolescente e il giovane adulto si sperimentano in situazioni nuove.

Libertà, indipendenza, autostima, fiducia in sé stessi, concetti che per ciascun individuo sono fondamentali per sentirsi vivo, persona integrata a pieno nella società.

- Libertà: prima fra tutte di pensiero ma anche di azione, di scelta, di gestire la propria vita. Non basta, infatti, saper fare le cose meccanicamente o su espressa richiesta. E' importante anche poter scegliere quando, come farle e se portarle a termine da soli o con interventi esterni.
- Indipendenza: attraverso la quale si conquista gran parte della libertà. Saper pensare, decidere ma anche "fare" autonomamente fa sì che ogni momento della giornata possa essere autogestito. Quindi oltre a rivestire il ruolo di "organizzatori" si diviene "esecutori" in prima persona delle varie attività di vita.
- Autostima: è fondamentale per ottenere il meglio dalla vita. Poiché il proprio livello di autostima nasce da un confronto fra sé e il mondo circostante, se il confronto è errato, errate sono le conclusioni.

Spesso e volentieri ci siamo ritrovati ad urlare a squarciagola contro le stesse persone che per tutto l'arco della nostra vita ci hanno “guidati”.
Abbiamo parlato di autonomia, di voglia di fare da soli e spesso, a questo, ci hanno risposto con toni forti, rimproverandoci di non essere in grado, come semplici cittadini, di badare a noi stessi.

Parliamo però di autonomia, ma sappiamo che cosa vuol dire questo termine? Ne conosciamo le conseguenze?
Se facciamo la classica ricerca internet scopriamo che l’Autonomia è “nel suo senso più generale, il potere di dar legge a sé stesso". Ma dare legge a se stesso, cosa vuol dire? Non vuol dire soltanto fare ciò che ci piace, ma "darsi legge" vuol dire anche prendersi le proprie responsabilità, vuol dire essere autonomi e indipendenti anche di fronte alle situazioni brutte e tragiche. Vuol dire semplicemente fare tutto da sé, non solo quello che fa comodo. Senza poi correre da nessuno a chiedere aiuto. L’autonomia è l’uscita dell’uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l’incapacità di servirsi delle proprie capacità senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di capacità, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi delle proprie forze senza esser guidati da un altro.

“Do it yourself!” (Fallo con le tue mani) è dunque il motto dell’autonomia.

Per oggi ci fermiamo qui, proseguiremo presto il discorso,
Giorgio Bargna



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