giovedì 7 agosto 2014

Fratellanza

Prendo spunto, come spesso mi accade da un pensiero di Alain de Benoist, l’assonanza di idee è veramente terrificante.

I principi di una democrazia moderna spesso si identificano in tre valori: Libertà, Eguaglianza, Fratellanza.
Sull’essere liberi ed uguali si può essere d’accordo sostanzialmente solo se democratici, in ogni altra situazione ognuno da un valore ed un peso diverso a questi aggettivi.
Cosa invece potrebbe essere la fratellanza?

Si narra che si tratti di un qualcosa che non pare dissociabile dalla cittadinanza: esprime in senso politico, il legame che dovrebbe unire i cittadini.
Spesso si usa dire che tutti gli uomini sono fratelli … posso concordare, ma purtroppo gli eventi dimostrano che è la minoranza a pensarla così.

Stiamo comunque sul piano politico della faccenda; umanamente si è insiti nel dare una caratura ed una portata morale universale al termine fratellanza “tutti gli uomini sono
Fratelli”, ma tutto questo è poi  contraddetto dall’uso politico di questo vocabolo.

Ci ritroviamo ben poco di “fraterno” all’interno della fratellanza politica, che è una solidarietà elettiva e fa riconoscere come fratelli persone che sono connazionali, concittadini, comunitari, non familiari.

Era teoria del discusso Régis Debray che fratellanza non sia fraternità; esso affermava questi concetti:
La fratellanza è opposta alla consanguineità, è rimedio alla fratria […] Per me, si ha fratellanza infrangendo la cerchia della famiglia, la prigione delle comunità naturali, dandosi una famiglia elettiva, adottiva, una famiglia transnaturata, se non denaturata”.

Poiché i popoli, come gli individui, sono fatti di morti e di vivi, impossibile rispettare i vivi se non come fratelli minori dei morti”.

Stando a questo ragionamento ci si associa nella fratellanza politica solo perché nati nella stessa società politica, uno status che s’estende a ogni dimensione temporale; associa morti e vivi, essa si distingue decisamente dall’amicizia, sentimento durevole, legame
permanente, in qualche modo statico, la fratellanza si connette soprattutto a un
contesto, un evento, a una lotta.

Alla pari della solidarietà, la fratellanza replica a una situazione, emerge per opposizione o azione propositiva; essa sicuramente è anche più collettiva, più “popolare” dell’amicizia, che, col suo carattere elettivo, favorisce piuttosto il senso dell’élite.

Concorda de Benoist con il pensiero di Debray che qualifica la fratellanza quale “sentimento moderno e democratico”, conseguendo che la fratellanza non saprebbe definirsi come un puro sentimento, perché spesso è indissociabile dalla praxis, dall’azione (“l’amicizia culla, la fratellanza scuote”).

Si pone però un limite, la fratellanza separa tanto quanto unisce, per logica conseguenza la fratellanza politica non associa tutti gli uomini, anzi instaura una potente bipartizione fra chi è visto come fratello e chi no, integrando gli uni ed escludendo i secondi.
Nella fratellanza  va definendosi un noi collettivo per opposizione a chi al noi non appartiene, e tiene a distanza o emargina, dà a questo noi la possibilità di fare corpo, ma non c’è un noi senza un loro.


Ricollegandosi alla triade esposta ad inizio ragionamento si marcano nette determinate differenze di natura tra la fratellanza e gli altri concetti esposti, eguaglianza e libertà.

Libertà ed eguaglianza sostanzialmente sono dei diritti che si possono identificare: liberta d’espressione, di possibilità, ecc, la fratellanza non ha genitivo.
E’ meno un diritto che un imperativo, perfino un’obbligo. Ci si batte pro o contro la libertà
e l’eguaglianza, il che spiega come l’una e l’altra, quando s’affrontano fautori e
detrattori, possano dividere. La fratellanza invece riconcilia. Si è riuniti perché
l’obbligo è di tutti verso tutti, di ciascuno con gli altri.

Inoltre eguaglianza e libertà sono tendenzialmente dei diritti applicabili ai soli individui, possibili valori individuali, al contrario la fratellanza implica, per definizione, una comunità o una collettività, rappresenta l’antico concetto di bene comune. Insomma, la fratellanza non si distribuisce: è un bene indivisibile, di tutti i cittadini insieme, fusi in un corpo unico.

La fratellanza dunque si coltiva nella comunità, essa però necessariamente non coinvolge tutti, sta dunque a chi si professa sostenitore del bene comune alimentarla e sostenerla, sta a chi non è soddisfatto degli accadimenti pubblici inserirsi nel meccanismo; una sola cosa è certa, più cittadini condividono un percorso, più esso ha la possibilità di concretizzarsi, nel nome si del bene comune, ma anche in quello della fratellanza.



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