lunedì 2 giugno 2025

Da Pontida al Ponte sullo Stretto

 


Gira questa immagine, sembra solo umorismo, ma non lo è. E' l'immagine di un partito che ha seguito la rotta di un leader che lo ha portato a non essere più ciò che era all'inizio: IL SINDACATO DEL NORD!!!

Alle volte ci si chiede come possano succedere cose inimmaginabili ed addirittura inverosimili, In questo caso ha giocato una parte importante la scelta leghista di un movimento che silenziava il dissenso degli iscritti. Certo ascoltare è fatica, trovare la sintesi di un discorso anche, ma è questo che tiene vivo un movimento. L'ascolto e la condivisione sono fondamentali, il movimento oligarchico ha una sola conclusione, questa!!!!


domenica 1 giugno 2025

Una terza posizione per sviluppare il libero pensiero

 



Prendo spunto da un paio di pensieri espressi dai lettori del quotidiano "La Provincia di Como" per condividere un mio pensiero.

Se chiediamo all'intelligenza artificiale chi è un fascista la sintesi della risposta è "Oggi, il termine "fascista" può essere utilizzato in modo più generico per definire persone che si comportano in modo autoritario, che non rispettano le opinioni degli altri o che usano la violenza per raggiungere i propri obiettivi".

Da sempre chi vince le guerre e chi detiene il potere economico detta il "pensiero comune", ultimamente però attraverso i media principali, radio e TV, e quelli tecnologici passa l'idea che chi non si assoggetta sia un fascista. 

Potrei anche essere d'accordo nel volermi dichiarare assolutamente antifascista (e lo sono), ma va ricordato, come diceva De Gasperi, che ogni democratico è sicuramente un antifascista, ma non necessariamente un antifascista è un democratico.

Oggi se critichiamo le azioni di Putin siamo dei sinceri democratici, se critichiamo le azioni di Netanyahu siamo grezzi fascistoidi e rischiamo addirittura un processo se il nostro pensiero cade in mani sbagliate.

Ma azzardo un pensiero: perché nessuno attacca l'idea del ripristino dei confini biblici in medio oriente e tutti attaccano l'altrettanto folle idea putiniana di ristabilire i confini URSS?

Una risposta, soprattutto una provocazione, sarebbe rispondere che la sottomissione alle forze economiche e militari americane incide.

Per alcuni fattori potrebbe essere così, ma noi non vogliamo cadere in questa trappola. Noi vogliamo lavorare affinchè si sviluppi un libero pensiero, come del resto indicato dal titolo di questo blog. Cerchiamo un altra volta di sviluppare una "terza posizione".

Ci si può arrivare evitando di prendere per oro colato l'informazione mediatica, evitando di affidarsi alle intelligenze artificiali, informandosi attraverso più canali, discutendo e dialogando tra noi.

Insomma, facendo esattamente ciò che i poteri forti non vorrebbero, dopo averci faticosamente atomizzati, trasformati in una società in cui gli individui sono isolati gli uni dagli altri, privi di una dimensione pubblica e di un senso di appartenenza.

Quindi oggi più che mai libero pensiero in libera piazza.

Giorgio Bargna


sabato 12 aprile 2025

Quello che sarà il XXV Aprile prossimo futuro


Si sta avvicinando una data che per molti ha un importanza estrema, che per me è relativamente meno importante.

Certo, quando si passa a Repubblica che sostituisce una monarchia che ha sostenuto una dittatura il passaggio è sempre positivo, poi bisogna analizzare gli sviluppi.

Rinuncio a gridare “evviva” a questa nostra democrazia, non perchè la disconosca malgrado tutto, ma per alcune sue latitanze, anche estreme se vogliamo. Non dico certo che in Italia ci siano restrizioni strette e limitative della libertà personale…anzi… ma lo stato ci toglie molto. Questa casta costretta ogni giorno ad autofinanziarsi per sopravvivere ci lede dei diritti, che in genere non vengono classificati primari nei proclami, ma che nella vita di ognuno sono essenziali.

Ecco, io, ad esempio, non posso gridare “W l’Italia” quando vedo le persone muoversi dopo il tramonto (soprattutto le donne ) con addosso un vestito di ansie e paure mentre si recano non solo a divertirsi ma anche a fare volontariato oppure andare ad accudire un genitore.

Non posso gridare “evviva”, quando entro con mio figlio in un ospedale e non ho la certezza che ne uscirà guarito, vista la mancanza dei mezzi a disposizione delle strutture…io di strutture, poi, conosco quelle lombarde, a detta di molti tra le migliori…non oso immaginare l’affanno di un padre calabrese quando porta il figlio in ospedale.

Non posso gridare evviva quando vedo anziani che hanno faticato una vita, vivere tra la fame e gli stenti….e mi fermo qui con la lista, che potrebbe essere molto più lunga.

Tempo fa, era l'anno 2008 scrivevo così:

Un giorno a forza di provarci apriremo la strada ad una nuova repubblica, libera dalla casta e vicina al cittadino.

Un giorno forse questo avverrà…quel giorno sarà un nuovo 25 aprile.

Sono passati 17 anni, anni in cui non ho mai smesso di credere in un mondo migliore, anni in cui non ho mai smesso di credere nell'Autonomia, nel Federalismo, nella Democrazia (possibilmente diretta).

Non ho mai smesso di lottare per questo obbiettivo. Tanti i passaggi e i movimenti che ho attraversato, lunghe le traversie poste in essere soprattutto da chi aveva giurato per il Nord, ma ora, quasi venti anni dopo un progetto concreto si sta sviluppando.

"Patto per il Nord" ci regalerà l'Indipendenza finanziaria ,e non solo, da Roma, ci libererà dalle catene della burocrazia partitocratica, ci donerà la libertà.

Quel giorno che sia 25 Aprile oppure 11 Luglio si che griderò "Evviva!"


Giorgio Bargna

Tessera 0624

Patto per il Nord



mercoledì 9 aprile 2025

IL MIO PICCOLO VADEMECUM PER ARRIVARE AL PRIMO OBBIETTIVO

 

E' tanto chiaro, quanto ovvio, che l'obbiettivo finale di "Patto per il Nord" sia la Repubblica Federale del Nord, confederata in prima analisi, con gli altri territori della Repubblica Italiana.

Non essendo un movimento eversivo o violento diventa altrettanto ovvio che il risultato finale lo si ottiene per passaggi graduali.

Di conseguenza ci si deve concentrare sulla conquista del primo essenziale obbiettivo: l'amministrazione dei Comuni.

Mi permetto, in base alla mia decennale esperienza sul territorio in politica attiva, di stilare un mio piccolo vademecum da sottoporre a Paolo Grimoldi e agli Amici tutti del "Patto".

Agendo sul territorio tanto da attivista quanto da Prosindaco il primo importante riscontro che mi è stato riportato dai Cittadini è la voglia e la necessità di incontrare, vedere, interloquire direttamente con Sindaco, Assessori, Consiglieri Comunali e ogni altro mandatario, direttamente sul territorio, dentro le proprie attività, calcando le proprie zone abitative.

Da Prosindaco ho capito che al Cittadino molte volte, ancor più delle "buche" e della sicurezza, interessino quei piccoli problemi quotidiani che influiscono sulla loro vita personale.

Poi viene l'Esempio. L'amministratore che dimostrerà di aver cura delle proprietà comunali e dell'ambiente, comportandosi con la logica "del buon padre di famiglia", avrà la fiducia non solo dei propri elettori, ma anche di chi non lo ha eletto. Ricordiamoci che un Sindaco è comunque il primo cittadino di tutti, non solo di una parte della città e deve essere pronto ad ascoltare, quantomeno, i suggerimenti e le istanze degli "altri".

In questo mondo che sembra aver perso molti fondamenti in un periodo di molti cambiamenti socioculturali vi sarà necessità di intervenire su quei punti che riguardano alcune categorie che oggi vivono difficoltà infinite.

Mettiamo in primo piano gli anziani che sono il nostro primo valore culturale, oltre che coloro che si sono presi cura di noi e che oggi hanno bisogno che facciamo altrettanto.

Poi ci sono le persone fragili che vanno altrettanto seguite e sostenute, così come gli anziani, attraverso si i Servizi Sociali, ma anche attraverso una rete di solidarietà imbastita attraverso associazioni del terzo settore e organizzazioni di volontariato sostenuto almeno logisticamente dall'Amministrazione. Così come si deve cercare di creare un tipo di servizio pre e post scolastico che consenta ai genitori di non abbandonare i loro figli a se stessi (N.B.: qui gli anziani appena citati potrebbero essere coinvolti)

Per non allontanarci troppo da quanto appena scritto di questi tempi le nostre città subiscono tagli più o meno volontari sulla Sanità, deve essere impegno dell'Amministrazione lottare per una sanità sostenibile nel proprio territorio.

In difficoltà, sia nei grandi quanto nei piccoli centri, molto spesso sono le frazioni; spesso non hanno ne collegamenti ne tantomeno servizi. Anche qui laddove le casse comunali non possono arrivare va creata una rete di volontariato e solidarietà. Cantù negli anni della Giunta Bizzozero varò la "novità" del "Volontario Civico". In quel caso operarono nel settore della manutenzione delle strade, delle scuole ed asili, fabbricati pubblici,ed altri servizi. Nei Comuni da noi amministrati potrebbero essere la Rete, le Reti sovracitate.

Un tema molto caldo in questa era è quello dei giovani, bistrattati e/o mal giudicati a torto o a ragione molto spesso.

Credo che ciò che diventa un giovane sia quanto gli offre e tramanda la Società. E allora vanno sostenuti e guidati, non con imposizioni, ma offrendo loro opportunità. Partendo magari da un istruzione "mirata", sponsorizzata già nelle scuole inferiori per portare a qualcosa che crei un futuro. I ragazzi non hanno bisogno di essere tutti programmatori informatici o laureati che sono già consapevoli di non riuscire a lavorare nel proprio campo. Bisogna indirizzarli, mi correggo, vanno resi consapevoli che esistono lavori manuali e concettuali che fanno parte della tradizione e della necessità pratica della produzione locale che non può essere sostituita da quella industriale.

E' necessario, pertanto, monitorare le necessità del territorio con le varie associazioni di categoria, collaborare con il Centro per l'impiego e le associazioni giovanili per venire a conoscenza della domanda e dell’offerta, costruire percorsi formativi con le scuole professionali recuperando fondi messi a disposizione dall’Europa e da Regione Lombardia.

La presenza sul territorio di istituti tecnici dovrà essere presa in considerazione per gli sbocchi professionali.

Non tralascio certo il tema Sicurezza dove in realtà l'Amministrazione Comunale può intervenire solo parzialmente. Ma in questa parzialità oltre ad accrescere le potenzialità della Polizia Locale, attraverso la dotazione di strumenti tecnologicamente avanzati ed una maggiore disponibilità di risorse, con l’affiancamento di personale amministrativo per gestire le pratiche meramente burocratiche, la videosorveglianza e il controllo di vicinato, si possono mantenere continui rapporti con l’Arma dei Carabinieri e/o la Polizia di Stato, instaurare tavoli di confronto costanti per garantire il necessario coordinamento con le Polizie locali del territorio e le altre Forze dell'Ordine.

Non può un movimento molto legato al territorio come il nostro non valorizzare il ruolo degli esercizi commerciali di vicinato e di quartiere, anche accompagnandoli, attraverso l’istituzione dell’Ufficio programmazione, gare e fundraising, nella partecipazione a bandi e opportunità di finanziamento sovracomunali. Non può non valorizzare il ruolo dei mercati rionali, non può non incentivare il ruolo dei mercati dei produttori agricoli.

Per quanto non siano momenti di gloria per i comparti produttivi non si può (oltre che sostenere il settore attraverso consulte) impedire l'insediamento di nuove attività economiche pur coniugando le esigenze delle imprese insediate, sulla base di parametri qualitativi e quantitativi di controllo con il mantenimento di un’elevata qualità ambientale complessiva.

Concludo ricordando che, così come ogni manifestazione pubblica di ogni genere lo Sport è aggregazione. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport possibilmente seguendo uno spirito olimpico e di fair play.

Il ruolo del Comune è principalmente quello di favorire la pratica sportiva e sostenere la diffusione della cultura dello sport.


Giorgio Bargna

Tessera 0624

Patto per il Nord









sabato 5 aprile 2025

L'esempio Elvetico da seguire

 


Se leggiamo l’ultimo Rapporto Italia dell’Eurispes, riferito al 2024, che fotografa tra l'altro la misura della fiducia dei cittadini nelle istituzioni scopriamo che, perla rara, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, raccoglie un largo consenso in termini di fiducia espressa dai cittadini nei suoi confronti (60,8%; +8,6% rispetto al 2023).

Il Parlamento si ferma al 33,6% ma i cittadini delusi restano la maggioranza (58%). I cittadini sono divisi sul giudizio nei confronti della Magistratura: il 47% si dice fiducioso contro il 44% degli sfiduciati e sui Presidenti di Regione (apprezzati dal 41,2% e “bocciati” nel 47,4% dei casi).

Quindi passano l'esame solo i Presidenti, anche se quelli di Regione non è che possano ballare il trenino di Capodanno.

Negli Stati Uniti, Paese Federale che anch'esso si affida alla Democrazia Diretta, nel 2023 meno di un terzo della popolazione diceva di avere fiducia nel Congresso, quota che saliva a due terzi quanto a quella riposta nelle istituzioni governative locali.

Andiamo a vedere invece la Confederazione Svizzera, Paese che può ricordare molto il mondo che "Patto per il Nord" vorrebbe, dove i quattro maggiori partiti condividono l’arte del governare, come d’altronde è per lo più avvenuto a partire dal 1959, nella Confederazione la percezione della politica e delle istituzioni è più positiva di quanto si osservi nel contesto internazionale.

In un sondaggio realizzato in Svizzera nel novembre 2023, il 61,9% ha dichiarato di riporre molta o moderata fiducia nel Governo federale. Solo il 23,6% ha indicato poca o scarsa fiducia.

Quali saranno le motivazioni? Il benessere economico? La cultura politica, che fa sì che il Consiglio federale viaggi in treno come le persone comuni? Oppure c’entra la democrazia diretta? O tutti insieme questi ed altri fattori?

Fatto sta che la fiducia crea stabilità, e che la stabilità rende possibile la fiducia. Senza stabilità, non c’è fiducia. Ma in una democrazia stabilità non significa certo che sia impossibile introdurre cambiamenti.

Questo significa però che i meccanismi di funzionamento delle istituzioni politiche devono essere solidi e trasparenti. Fattore essenziale, d’altronde, perché una democrazia possa funzionare.

Laddove c’è fiducia, difficilmente si finisce per votare un partito che punta alla distruzione o al populismo. La fiducia diffusa nella società finisce, di fatto, per generare anche stabilità democratica.

Un altro sondaggio ha di recente mostrato che la maggioranza in Svizzera ritiene che il sistema elvetico, una parziale democrazia diretta, sarebbe il migliore del mondo. La popolazione partecipa al dibattito politico e nel farlo, impara a capire cosa significhi esattamente.

Spesso le votazioni popolari vengono apprezzate soprattutto per un loro peculiare aspetto: quel consentire un dibattito ampio nella popolazione su un determinato argomento, dibattito che poi condurrà a prendere una decisione. Come dire: che bello che ne abbiamo parlato ma ora, che sia la maggioranza a decidere.

Ma potrebbe anche essere proprio il contrario: la minoranza è in condizione di esplicitare il suo malcontento, e l’intero consesso sociale è tenuto a farci i conti. E se la proposta referendaria dovesse anche fallire, in ogni caso il Governo locale tenderà quanto meno a prestare maggiore attenzione a non commettere errori. Perché chi ha un’opinione differente è consapevole del suo diritto, è determinato a farne uso e sa bene che quel diritto è intoccabile.

Certo la formula elvetica è difficile da eguagliare visto il lungo rodaggio, ma non impossibile da imitare.

In Svizzera, il fattore fiducia è probabilmente così forte perché la popolazione è consapevole che la democrazia è una rete, della quale fanno parte a pieno titolo la cittadinanza e il Governo.

Questo significa anche che in Svizzera è diffuso il sentire che politica locale, cantonale e nazionale sono collegate. Chi ha fiducia nelle autorità locali, non è detto che per questo comprenda a pieno il funzionamento del Parlamento o dell’esecutivo federale. Ma è consapevole del fatto che il Governo locale è parte della stessa comunità. Il fattore fiducia alla svizzera è, insomma, un gioco di collaborazione che coinvolge tutti i livelli del vivere insieme.

Prendano esempio gli elettori del Nord Italia, della Padania, anziché eleggere i "cianfurini" che hanno votato finora eleggano i futuri candidati di "Patto per il Nord", gli unici che potranno portare stabilità e fiducia alle nostre amate Terre Padane!!!!

Giorgio Bargna

Tessera 0624

Patto per il Nord

Testo ispirato e supportato da questo articolo





SALONE DEL MOBILE, ORGOGLIO DEL NORD

 


Purtroppo Domenica 6 Aprile non potrò essere presente presso l'Hotel Cavalieri a Milano al Consiglio Federale di Patto per il Nord.

Mi recherò in un altra zona di Milano ad allestire lo stand dell'azienda per cui lavoro al Salone del Mobile.

E' un attività perenne per me che da oltre 45 anni lavoro nel campo del mobile, ancora oggi che sono un pensionato, non riesco a staccarmi da un grave difetto, l'amore per il lavoro.

Ma non siamo qui a parlare di me ma del Salone del Mobile di Milano, simbolo della laboriosità, dell'ingegno, della forza sia dei Brianzoli che dei Lombardi che dei Settentrionali in genere; sebbene al Salone sia presente anche il resto d'Italia e qualche straniero la forza trainante di questo evento sono le aziende del Nord.

Il Salone del Mobile di Milano è ormai tradizione, è ormai un simbolo, anche se negli anni ha vissuto diverse forme e sfaccettature, comprese date e location.

Per questo dono dobbiamo ringraziare il Cosmit (Comitato Organizzatore del Salone del Mobile Italiano) l'ente che ha ideato e organizzato il Salone Internazionale del Mobile di Milano.

Tra i più antichi comitati della realtà fieristica milanese, Cosmit è stato fondato nel 1960 per iniziativa di Tito Armellini e di un piccolo gruppo di mobilieri aderenti alla Federazione Italiana delle Industrie del legno e del sughero, poi FederlegnoArredo. Nel 1961 organizza il primo Salone del Mobile Italiano alla Fiera di Milano.

Nella foto che ho utilizzato ci sono tutti, i fondatori del Salone del Mobile: Michele Barovero, Alessandro Besana, Franco Cassina, Piero Dal Vera, Vittorio Dassi, Angelo De Baggis, Mario Dosi, Aldo Falcioni, Angelo Marelli, Silvano Montina, Mario Roncoroni, Vittorio Villa, Angelo Molteni.

Era il 1961. La delegazione Alta Italia della Federazione Italiana delle Industrie del Legno e del Sughero, diretta da Tito Armellini, aveva deciso di interpellare le 13 migliori aziende del mobile italiano. Perché? Semplice. Dopo il boom della ricostruzione, in Italia non si vendono più mobili, bisogna andare all’estero. Ma le aziende italiane sono ancora piccole, non ce la fanno da sole. Che fare? Unirsi per organizzare una fiera a Milano e richiamare così l’attenzione degli stranieri. Fare sistema, insomma. Il 24 settembre di quel lontano 1961, 50 anni fa, si inaugura la prima edizione del Salone nel Padiglioni 28 e 34 della vecchia Fiera Campionaria. In poco tempo il Salone del Mobile diventa punto di riferimento mondiale del settore Arredo. E strumento dell’industria, che trova così uno straordinario veicolo di promozione della sua produzione.

E' mio orgoglio personale che ci siano molti canturini tra questi nomi così come Cantù può vantarsi de "La Selettiva del Mobile".

Alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, la necessità di rinnovare la produzione, ancora legata al gusto classico, spinse le autorità canturine a bandire un Concorso Internazionale rivolto ad architetti e designer di tutto il mondo.

Organizzata in stretta collaborazione con la Triennale di Milano, la manifestazione si svolse con cadenza biennale dal 1955 al 1975 e, almeno nelle sue prime edizioni, riscosse un indiscusso successo internazionale.

Ma molte sono state le iniziative legate al Salone del Mobile.

Ricordiamo tra le altre le due biennali dedicate a settori specifici del design: EuroCucina nel ’74 ed EuroLuce nel ’76, l'Eimu dedicata agli arredi per l’ufficio per arrivare, attraverso il Salone Satellite, al "Fuori Salone".

Questo evento garantito fino al 2032 è, oltre che un simbolo, il DNA del Nord che ama il lavoro e lo sviluppa in ogni settore e sicuramente il Nuovo Stato Federale che "Patto per il Nord" porterà alla nascita lo saprà cullare e sviluppare.


L'IDENTITA' DEL NORD E' RAPPRESENTATA DALLA LABORIOSITA' E DAL CORAGGIO, ORA IL VOSTRO CORAGGIO DEVE ESSERE SOSTENERE E ALIMENTARE "PATTO PER IL NORD", SOSTENERE ED ALIMENTARE UN NORD LIBERO E SOSTENIBILE.


Giorgio Bargna

Tessera 0624

Patto per il Nord







venerdì 4 aprile 2025

RIARMIAMO IL FEDERALISMO

 

Dal principio degli anni 90 c'è un tema che accomuna la stragrande maggioranza dei cittadini del Nord Italia, ma anche molti del Sud: nel Sud coloro che credono nell'onestà dell'identità e aborrano l'idea dell'assistenzialismo e dell'assoggetazione alle mafie, al Nord chi sente la necessità di vivere una vita serena e sostenibile.


Il tema in questione è ,nel termine preciso, il Federalismo, ma comprende in esso l'Autonomia, la quale non può che essere alimentata dalla Democrazia Diretta; la Confederazione Svizzera è un esempio tanto vicino quanto funzionale.


Il tema è nato, ovviamente decenni prima, ma fu la Lega Nord, pur facendo a volte confusione anche a causa della Bossiana "tattica della legùra", a portare in rilievo il pensiero federalista. Grande fu anche il pensiero in merito di Gianfranco Miglio.


Il dibattito sul Federalismo, sull’Autonomia è una questione politica e culturale di primaria importanza, ma quella che sarebbe dovuta diventare una profonda riforma dello Stato è stata di proposito ridotta a una banale e impercettibile riorganizzazione burocratica. Si sono raffreddati gli animi di chi al Nord chiedeva più responsabilità e si montava la paura in chi viveva al Sud di perdere quelle elemosine con cui sopravviveva senza mai svilupparsi.


La Lega Nord ha nel tempo addirittura cancellato il vocabolo Nord per trasformarsi nel partito personale di un politico che ha al centro dei propri sogni politici lo Stretto di Messina. In realtà Salvini ha trasformato la Lega in un partito nazionalista, che parla di Stato, di Nazione che espone ogni tanto temi di estrema destra per differenziarsi dalla sinistra e per cercare un accoppiamento perverso e anche blasfemo a livello linguistico con Fratelli d'Italia. Ma forse è più semplicemente una questione di "cadreghin".


Dal referendum del 2017 (che ho sempre ritenuto un errore) la questione dell’Autonomia è stata ridotta a una mera operazione amministrativa, facendo arenare il dibattito, chi aveva creduto nella possibilità di una riforma reale dello Stato non è più riuscito a riprendere l’iniziativa politica.



Le riflessioni geo-politiche su territorio, identità, appartenenza e istituzioni sono state accantonate e la destra opportunamente torna a cavalcare il pensiero risorgimentale che è stato, non va dimenticato, uno dei progenitori dell'epoca fascista, volente o nolente che sia stata la causa. Negli Stati Federali e Democratico-diretti non esiste traccia di dittatura.




Ma oggi c'è ancora viva l'eredità di quel 30% di lombardoveneti e del resto dei Padani che sognavano un Nord libero ed indipendente ed ad alimentarla ci siamo noi del "Patto per il Nord".


Chi ci credeva allora e chi ci crede oggi non ha scelta: SI SCHIERI CON NOI!!!


Solo insieme potremo rivoluzionare lo stato dei fatti, mettere in disparte i despoti che succhiano il sangue ai Cittadini e dare un futuro migliore innanzitutto al Nord, ma anche al resto di quell'agglomerato di culture prevalentemente diverse chiamato Italia.


LIBERO NORD IN LIBERO STATO FEDERALE!!!!!


Giorgio Bargna, tessera 0624, Patto per il Nord














lunedì 31 marzo 2025

Complice della povertà o fautore del Nord sostenibile?


Le parole possono essere opinabili, i numeri assolutamente no, se sono corretti.

Facciamo una sintesi (prendo per buoni i dati forniti da una newsletter a cui sono iscritto) su i dati relativi alle Condizioni di vita e reddito delle famiglie (Anni 2023 – 2024) che ISTAT ha aggiornato pochi giorni fa.

Il 23,1% degli italiani è a rischio povertà o esclusione sociale, quindi 13.5 milioni di persone sono a rischio di povertà, in grave deprivazione materiale e sociale oppure a bassa intensità di lavoro.

Scopriamo anche che il 20% degli italiani lavora ricevendo un reddito che non consente una vita sostenibile e per rincarare la dose la riduzione media dei redditi in termini reali registra un meno 8.7% rispetto al 2007.

Ovviamente c'é un contraltare di persone ricche, ma c'é anche la cerniera che unisce i due estremi che comprende chi fatica, chi se la cavicchia e chi si lamenta.

Se vogliamo ci raccontiamo che i numeri sono drogati dal Sud e dal centro, ma ognuno di noi sa che sbarcare il lunario anche al Nord non è una passeggiata.




 




Allora, cittadino del Nord, chiedo a te se vuoi restare succube e complice di questa situazione oppure ti vuoi unire a "Patto per il Nord" e modificare lo stato di fatto?


Noi vogliamo un Nord federale e sostenibile, lo vuoi anche tu?

domenica 30 marzo 2025

Brianza, mezaluna fertil


Il percorso di chi insegue il sogno di un Nord indipendente si sa che è lungo.

N0n si tratta semplicemente di un percorso ideologico, ci sono fondamenta storiche e culturali.

Era il 31 Gennaio del 2008 che pubblicavo, su gentile concessione dell'autore, questo testo su un mio Blog ormai scomparso dalla rete. Per correttezza vi lascio anche il link originale.

El nòmm de la Brianza el proven del celtegh “Brià” (altura) che l’era anch el nòmm de la dea Bri, Bride, Brighitt, pussee mej cognossuda ‘me Briganzia.

El loeugh di Prealp lombard hann veduu el lor splendor intant el period de la civiltaa “autoctona” de Golasecca, che in quii dì d’incoeu l’è stada retrodatada attòrna el 1.500 a.C.
In di popol antigh celtegh, i tempi vegniven mess suu segond on prinzippi analògegh/simbòlegh, che gh’haa dent i coordinaa celesti in terra seguttand la simbologia lunar cont i sò 28 cà.
Còmm deven el center de la civiltaa Golasecca, che la và de la riva orientalla del Tisin finna al lach de Oggion, visin Lecch.
Di repert antigh de quista civiltaa a hinn staa trovà attòrna la cittaa de Còmm, in di sitt del lach Alserio, ne la piana de Erba (CO) e in tutt el loeugh di Prealp.
Ona particolaritaa che la salta ai oeugg l’è che di giesett di ona manciada de meter quader, spanduu in del sitt del lach de Còmm, hinn tucc fà dedica a San Peder: la fondazion di quist hinn Longobard.
Questa dedica, per analogia, la se ripòrta a la Preja alchemica, segond ona disposizion a fòrma de “mezzaluna fertil”, che rappresenta la divinitaa Bride incarnada in terra.
Fertil, perchè Bride l’è la divinitaa la pussee venerada in quij sitt chì, lee che la nudr e scionsgia la terra e la Natura tutta.
Per fa on presempi, ciappom la gesa a Gemonio, fondada del Liutprando in del VIII secol; San Peder de Albes (Cassano), fondada in del 1000 d.C.; San Peder al Mont a Civaa fondada del Desiderio in del 706; Agliate arent Galliano, a la fin del X secolo; a Gallaraa, in del 1000.
Gh'emm de fa nòta, impunemanch, che tutt 'ste gesett hinn trà suu sora di templi arcaich, antecedent, ciamaa “Nemeton”, “loeugh sacher”, che gh'hann origin in de l'etaa de la cultura de Golasecca, dedicaa a Belisama, dea celtega de la fertilitaa.
Se mettom assema immaginariament i pont cont ona linea filà, vegn foeura la figura de la mezzaluna, center de gran poder che cascia calor. Questa mezzaluna la cress, e l'è ona simbologia ermetica, alchemica.
Mezz per la “palingenes umana”, che la se manifesta in del zinivej, vers la condizion de Lunna Piena.
La Preja alchemica, inscì, simbol di Acque primordiai, che hinn calà in terra in tucc quij lach che vedom in questa mezzaluna: el lach de Còmm – Vares – Alserio – Segrino – Oggion – Annone.

Considerato che il Nord è abitato da molti autoctoni che conoscono poco il loro dialetto e da molti fratelli che arrivando da altre lande possono condividere i concetti ma non essere eccelsi nell'espressione dialettale allego la traduzione del testo

La Brianza deve il suo nome all’antico celtico Brià – derivante dalla divinità più importante che è appunto Bri, Bride, Brighitt, o meglio nota come Briganzia. La zona submontana lombarda ha visto il suo splendore durante il periodo della civiltà di Golasecca, retrodatata recentemente da approfonditi studi, attorno al 1.300 a.C.

Presso gli antichi Celti, i templi, le cappelle votive, venivano costruite secondo un principio analogico/simbolico, che riporta le coordinate celesti in terra seguendo la simbologia lunare con le sue 28 dimore.

Como diventa il centro della civiltà di Golasecca, che si estende dalla sponda orientale del Ticino ed arriva fino al lago di Oggiono, vicino a Lecco.

Alcuni reperti antichi di tale civiltà si sono ritrovati attorno alla città di Como, nei dintorni del lago Alserio, nella pianura di Erba ed in tutta la zona submontana.

Una delle singolarità che risalta subito all’occhio è data dalle chiesette di pochi metri quadri sparsi per tutto il territorio sub-montano, dedicate tutte a S. Pietro: la fondazione per la maggior parte di queste risale ai Longobardi.

Tale dedica per analogia si riferisce alla Pietra alchemica, quindi secondo questo concetto le chiese così disposte formano la "mezzaluna fertile" che rappresenta la divinità Brighid incarnata in terra. Fertile, perché è quella divinità che più di altre si venera e perché è colei che nutre e arricchisce la terra e tutta la Natura.

Per fare un esempio citiamo la chiesa a Gemonio, fondata da Liutprando nel VIII secolo; S.Pietro di Albese, in località Cassano, fondata nel 1000 d.C.; S.Pietro al Monte a Civate fondata da Desiderio risalente al 706; Agliate vicino a Galliano, celebre per la sua cripta ad oratorio, la cui costruzione risale alla fine del X secolo; a Gallarate, nel centro, risalente all’anno 1000.

Si noti, comunque, che tutte queste chiesette furono costruite sopra templi antecedenti, e più precisamente "Nemeton", ossia "luogo sacro", risalenti appunto all’età della civiltà di Golasecca, tutte dedicate alla divinità Belisama.

Se si uniscono immaginariamente i punti con una linea continua, si ottiene la figura della mezzaluna, centro di alto potere calorifico. Tale mezzaluna è crescente, chiara simbologiaermetica, chiara per chi è profondo nella conoscenza alchemica.

È il mezzo necessario alla palingenesi umana, quale può essere il cervello, nella sua fasedi crescenza, verso la condizione di Luna Piena.

La Pietra alchemica, quindi, simbolo vitale della Acque primordiali.

Le Acque primordiali sono identificate in tutti quei laghetti che si incontrano nell’arco diquesta mezzaluna: il lago di Varese – Alserio – Segrino – Oggiono – Annone

sabato 29 marzo 2025

Perchè ho scelto "Patto per il Nord"


Preambolo; potete anche saltare la prima parte, il mio curriculum vitae politico, non è questa la parte fondamentale del mio messaggio, ma poi leggete e riflettete sul messaggio finale.

Di anni ne ho 60, ma già quando ne avevo 4, dalla televisione del nonno seguivo il telegiornale, a 10 seguivo la "Tribuna Politica" di Jader Jacobelli.

Da sempre seguo l'attualità e la politica, insomma.

Il mio primo voto andò all'MSI per il fascino di Giorgio Almirante in primis e perchè era l'unico movimento, a parte ovviamente il Partito Monarchico, tenuto fuori dall'Arco Istituzionale.

Di seguito due furono gli ideali che attrassero la mia attenzione.

Quello di Alain de Bonoist e quello di Gianfranco Miglio.

Non poco influì anche la figura di Umberto Bossi.

Malgrado che sponsorizzassi questi ideali e seguissi la politica quotidianamente attraverso Radio Padania Libera, la mia attività politica vera e propria iniziò nel 2007 attraverso "Lavori in Corso Coalizione Civica Canturina".

Quattro anni dopo fummo la prima vera lista civica a far eleggere un sindaco in una città di una certa rilevanza, Claudio Bizzozero.

Di seguito e già nel presente feci parte della segreteria Politica del movimento, ne fui Presidente, riscrissi il capitolo Partecipazione Popolare nello Statuto Comunale, venni nominato Prosindaco, ma...

Ma in compagnia di Bizzozero, Giorgio Masocco, Elena Gatti ed altri iniziammo anche a inseguire un progetto che potesse riportare in alto il Pensiero Autonomista.

Ricordo i passaggi attraverso il Partito d'Azione Civica, il Fronte di Liberazione Fiscale, Grande Nord laddove fui anche candidato "complementare" alle elezioni per la Camera dei Deputati.

Oggi ho deciso di aderire attivamente al "Patto per il Nord", un movimento politico guidato da Paolo Grimoldi che racchiude tutti i miei propositi politici.

Oltre ad altri che non cito i principali li leggerete qui sotto.

La politica come servizio e non professione, attraverso il taglio e l'adeguamento degli stipendi parlamentari alla media istat dei salari

Introdurre lo strumento dei referendum consultivi per tutti i livelli istituzionali e che siano vincolanti per le amministrazioni pubbliche locali, regionali e federali.

Riforma costituzionale in senso federale per l'autogoverno

Smantellamento e sopressione delle agenzie fiscali a cominciare dall'agenzia delle entrate, delegandone le funzioni ai singoli comuni

Uno stato federale snello che pensi alla politica estera e alla difesa e lasci la possibilità ai privati ​​e alle comunità locali di occuparsi di tutti i servizi.

Garantire alle imprese maggiore libertà: meno burocrazia e più concorrenza che genera efficienza.

Io ho messo a disposizione di Patto per il Nord le mie competenze, le mie idee e la mia onestà intelletuale, a voi chiedo di seguirci, capire la nostra serietà e il nostro amore per il territorio.

Dopo di questo potete liberamente scegliere di non tenerci in considerazione oppure di viaggiare al nostro fianco.

Si può viaggiare da semplici elettori, da tesserati sostenitori, da attivisti sul territorio, da comunicatori, da persene che mettono in campo le loro competenze, oggi per confrontarci con le amministrazioni vigenti, domani per scrivere e concretizzare programmi che presenteremo agli elettori in periodi di consultazioni elettorali.

Insieme possiamo far crescere il Nord, insieme possiamo riscrivere il futuro dei nostri figli, insieme possiamo costruire un mondo sostenibile in cui vivere in pace e serenità .


Grazie per l'attenzione,

Giorgio Bargna