lunedì 18 agosto 2025

Obbiettivi programmatici Patto per il Nord: Lo Stato Federale


L'obbiettivo programmatico per eccellenza di
"Patto per il Nord" è la riforma costituzionale in senso federale, solo grazie a questa è possibile raggiungere la sostenibilità nazionale.

E' possibile ogni cultura locale, ogni forma di economia locale, ogni qualità trasmettibile al resto del Paese.

Il modello più pratico, attuabile, snello ce lo ha donato anni fa Gianfranco Miglio, l'autogoverno del Nord, del Centro e del Sud con l'intesa di superare il vetusto e insostenibile centralismo partitico e assistenzialista, attraverso un moderno Stato Federale, nel rispetto e nella tutela di tutti i popoli che lo costituiscono, indipendentemente dalla loro consistenza numerica, dalla provenienza, dalla loro cultura.

Sostanzialmente una fusione delle regioni con relativo risparmio di soldi pubblici, che consenta però agli Enti Locali, arrivando possibilmente anche ai Comuni, una forte autonomia, anche fiscale, anche nel rispetto delle scelte dei contribuenti cittadini.

Ed a proposito dei Contribuenti ,va ridisegnata la tassazione e la redistribuzione di quanto pagato.

È vero che è complicato, quasi impraticabile, al giorno odierno aprire migliaia di uffici delle entrate locali, ma esistono i codici e quindi quanto versato a livello locale, utilizzando qualsiasi forma di pagamento all' agenzia federale, è facilmente restituibile a tempo zero, consentendo alle Amministrazioni Locali di gestire e far crescere il proprio territorio, partendo dai Comuni per passare attraverso Provincie e Regioni allo Stato Federale.

Sostanzialmente l'esatto contrario di quanto avviene oggi.

Intendiamo uno Stato Federale snello che al suo livello più alto si occupi soltanto di politica estera, difesa e moneta e lasci la possibilità ai privati e alle comunità locali di occuparsi di tutti i servizi, attraverso un "modello svizzero" applicato a Regioni e Provincie autonome ed ai Comuni.

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

 

sabato 16 agosto 2025

Obbiettivi programmatici Patto per il Nord: Gabbie salariali

 


Patto per il Nord, tra le altre cose si identifica quale "Difensore del Nord".

Uno degli obbiettivi della nostra forma "difensiva" è il salario basato sul costo della vita dei territori, la contrattazione collettiva non basta come Milano ed altre città hanno ampiamente dimostrato. 

Nel mondo moderno - vedi il “London living wage” - gli stipendi non sono più nazionali ma territoriali.

Non è certo la scoperta dell'acqua calda, in Italia erano già in vigore le "Gabbie Salariali"

Le prime applicazioni risalgono al 1946, ma il sistema fu formalmente in vigore tra il 1954 e il 1969, con cancellazione definitiva nel 1972. 

Si tratta sostanzialmente di sostenere il potere d’acquisto dei dipendenti attraverso la previsione di trattamenti economici accessori collegati al costo della vita dei beni essenziali, così come definito dagli indici Istat, nelle aree territoriali presso cui si svolge l’ attività lavorativa, con particolare riferimento alla distinzione tra aree metropolitane urbane, suburbane, interne e di confine.

Si iniziò a parlarne, anche attraverso Umberto Bossi, nel primo decennio del 2000, se ne riparlò anche in tempi più recenti, ma nulla sembra essersi concretizzato.

A causare la loro cancellazione furono le agitazioni sindacali dell'autunno caldo del 1969 che portarono all'abolizione graduale delle gabbie salariali. 

Questo sistema fu considerato ingiusto e penalizzante per i lavoratori del Sud, che percepivano salari più bassi pur svolgendo mansioni simili a quelli del Nord, senza tenere in considerazione che in alcune zone del Paese la vita ha voci di spesa maggiori in confronto ad altre e spesso anche a costi superiori.

Tra l'altro non è necessario applicare contratti diversi da quelli nazionali, ma è sufficiente introdurre sgravi e agevolazioni in alcune zone dove si rendono necessarie e sottrarne dove non sono necessari.

Oggi abbiamo uno squilibrio sul numero delle famiglie considerate povere, meno al nord che al sud; di primo acchito potrebbe sembrare che le gabbie salariali possano essere un ulteriore capestro, invece noi affermiamo che già il salario attuale penalizza il nord e che il sud soffra perché, in zone meno organizzate a livello strategico sul lavoro, stipendi "troppo adeguati" limitino le possibilità di sviluppo delle aziende locali.

Di conseguenza ci spenderemo molto su questo obbiettivo, fino al raggiungimento.

Giorgio Bargna

Patto per il Nord


 



mercoledì 13 agosto 2025

LA REGIONE AUTONOMA: UNICA FONTE DI BENE COMUNE

 

Il preambolo è molto lineare.

Da anni inseguo il sogno di una Nazione Federalista su base Autonomista.

Venti Regioni basate sullo statuto delle attuali Regioni Autonome a Statuto Speciale (e relative Provincie a Statuto Speciale) che in forma concorrenziale si sostengono e si confrontano.

Signore e signori, ne più, ne meno, la Svizzera.

Ho partecipato a più progetti nel tentativo di realizzare questo sogno: Partito d'Azione Civica, Movimento Autonomista Lombardo, Fronte di Liberazione Fiscale.

Oggi Patto per il Nord appare l'unico movimento in grado di portare a realizzazione questo ambito sogno.

L'analisi è un po' più complicata.

Il viaggio che ci viene offerto si prospetta lungo e farraginoso, ma non per questo non va affrontato.

Si parte da una proposta di delibera Comunale, di avvio del procedimento costituzionale per la creazione della nuova Regione a Statuto Speciale (composta da Provincie a Statuto Speciale), che va approvata da un numero di Consigli Comunali tali da rappresentare almeno 1/3 della popolazione interessata.

Di seguito la procedura prevede un referendum popolare di approvazione da parte della popolazione del Territorio interessato ed il parere della Regione. Fatto questo occorre la presentazione di una legge costituzionale conforme alla volontà espressa dai consigli comunali e dalla popolazione.

Ci sono si delle incognite:

1) Cosa faranno i vari Consigli Comunali?

2) Cosa dirà la Regione?

3) Cosa farà il Parlamento e cosa faranno i singoli parlamentari?

Ma i legislatori inventando questo capestro non hanno capito che così ogni livello di potere sarà coinvolto e dovrà esprimersi pro o contro, che ogni elettore potrà così osservare e giudicare il proprio Sindaco, il proprio Consiglio Comunale, i Consiglieri Regionali, i Parlamentari, insomma tutti sotto esame popolare, che questo quindi, alla fine, potrebbe dimostrarsi il trionfo della democrazia attraverso una procedura costituzionale.

Quando si tratta della creazione di nuove Regioni il primo passo, precisa la Costituzione, spetta ai Consigli Comunali. Non al Presidente della Repubblica o al Presidente del Consiglio o al Presidente della Regione: ai Consigli Comunali, ossia agli organi istituzionali rappresentativi delle Comunità Locali.

La Costituzione richiede dunque che il primo passo lo facciano i Comuni, ossia le comunità locali.

Si tratta di un esempio di “Democrazia dal Basso”. Si tratta di un Federalismo che si fonda sul localismo, sull’autonomia, sulla responsabilità e sulla partecipazione popolare; un Federalismo che si fonda sul Municipio e che vuole arrivare lontano. Si tratta di portare avanti dei valori; valori fondati sull’Autonomia, la Responsabilità, sulla Partecipazione, sul Localismo, sulla Sostenibilità.

Si tratta di dare agli Enti Locali le risorse economiche necessarie a mettere in atto il “Bene Comune” ; senza denaro non esiste la possibilità di governare bene.

Non si tratta di mero egoismo, tutt’altro, si tratta di sopravvivenza di fronte ad uno stato che ci vuole prosciugare fino all’ultimo centesimo senza contropartita sociale, economica e democratica.

Nella conclusione che ripeto la strada è complicata, il centralismo ha creato una barriera architettonica quasi impossibile da aggirare, ma …

… alla fine, dopo il preambolo e l'analisi, arriva il futuro e questa è la parte che tocca a Patto per il Nord.

Diffondere il pensiero Federalista di chiave Autonomista tra i cittadini. Al Patto tocca questa missione nei territori del Nord, il Sud conosce benissimo l'idea federalista, è luogo dove risiedono parecchi movimenti autonomisti e sicuramente qualcuno se ne farà carico anche li.

Una volta che questo verbo sarà diffuso e capito, una volta convinta la popolazione, basandosi sulla spinta popolare, sulle pretese della popolazione, sulla voglia, la necessità, la convinzione che occorrano libertà e autonomia per raggiungere il benessere, probabilmente non occorrerà seguire quell' imbrigliante percorso precedentemente illustrato, perché a quel punto ogni politico dovrà confrontarsi con la spinta autonomista popolare ed accettare di sana pianta, volente o nolente, la volontà del Popolo.

Giorgio Bargna

Patto per il Nord Como

 


venerdì 8 agosto 2025

IL PONTE SULLO STRETTO, SOPRATTUTTO UNA QUESTIONE DI BUONSENSO

 



La nostra posizione sulla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina deve essere sicuramente una battaglia politica contro gli sprechi e i tagli al Nord ma anche il bisogno di dimostrare che il buonsenso sconsiglia a 360 gradi di portare avanti questo progetto.

Un progetto che viene propinato ciclicamente da decenni, che nemmeno lo strapotere del "Pentapartito" era riuscito a portare in opera ma che oggi rischia di essere realizzabile grazie a chi per anni ne è stato detrattore.

Evitiamo di vedere i "Pro", non credo proprio ne esistano, guardiamo i "Contro".

Intanto al momento sappiamo che i pochi assunti sono solo tecnici. Certo può essere normale all'inizio di un progetto, ma questo progetto ancora non ha raggiunto tutti i crismi necessari, gli stipendi di queste persone si.

Fossimo in Giappone, dove nemmeno si sognano una tale eresia, potrei fidarmi, ma qui stiamo parlando di costruire il più lungo ponte al mondo, che dovrebbe consentire il transito di mezzi gommati e treni ad alta velocità, resistere a terremoti, per quanto remoti, in grado di radere al suolo le città sulle due sponde. Sulla base di grottesche illazioni che ipotizzano una crescita delle zone interessate si vuole costruire, senza aver ancora illustrato un serio progetto esecutivo, un ponte strallato con una distanza di 3,3 km fra due pilastri di estremità. Definirla una sfida è semplicemente riduttivo. La Società Stretto di Messina e i committenti politici si stanno assumendo responsabilità enormi che non sono assolutamente ignote.

Fatte salve le critiche poste da esperti  di chiara fama quali Remo Calzona e Mario De Miranda sulle sicurezze strutturali, se andate ad indagare scoprirete che sono veramente rari i ponti strallati di grandi dimensioni su cui è ammesso il transito di treni. Oltre alle difficoltà tecniche derivanti dalle rotaie la spinta del vento potrebbe far oscillare pericolosamente l’impalcato, al punto che si prefigura uno stop al transito dei veicoli in caso di necessità. 

Aggiungiamo un peso, in caso di conflitti armati il ponte sarebbe un ovvio e facile bersaglio. 

Cerchiamo di essere obbiettivi, non è un ponte ciò che potrebbe determinare il decollo economico della Sicilia e della Calabria e dare concretezza a una città metropolitana dello Stretto. 

Poi volendo prendete le "Pagine Bianche" e telefonate agli abitanti di Villa S. Giovanni, vi confermeranno che nonostante stime gonfiate artificiosamente dai progettisti (il trend è negativo da decenni), il grado di saturazione dell’infrastruttura nelle ore di punta di un giorno medio non andrebbe oltre il 20%, ovvero la capacità dell’infrastruttura sarebbe ampiamente sovradimensionata e al di fuori di ogni logica tecnico-economica. 

Le merci viaggiano sempre più via mare e i siciliani preferiscono di gran lunga l’aereo, questo ve lo confermo per conoscenze personali.

Una volta realizzata l'opera dando per concesso che funzioni sicuramente il numero di personale in confronto allo spostamento marittimo porterebbe ad un calo di occupati in una zona già depressa di proprio.

Inoltre si è già discusso delle migliaia di famiglie che si vedrebbero espropriate le loro case, i loro terreni in territori vasti geograficamente rispetto al mero territorio interessato.

Alla fine di questa disquisizione poniamoci un quesito: quali reali interessi si celano dietro un progetto scadente, rischioso, costosissimo, che produrrebbe assai più danni che benefici? Poniamocelo pensando che in questo caso è lo Stato che dovrebbe pagare una penale  all’impresa di costruzione nel caso in cui l’opera non venga realizzata, quando invece è prassi che siano le imprese ad essere sottoposte a penali per la mancata o errata realizzazione dell’opera.

Giorgio Bargna, Patto per il Nord Como



giovedì 7 agosto 2025

VOLONTARIATO, COMUNITA', MILITANZA

 



Il preambolo che poi però è relativamente collegato al contesto di cui parleremo dimostra semplicemente che sono appassionato di numeri, numeri che si trasformano in parole, parole che servono a creare fatti.

Statistica ISTAT:

Nel 2023 il 9,1% della popolazione di 15 anni e più, ha svolto attività di volontariato in forma organizzata e/o con aiuti diretti, con forti differenze territoriali e generazionali. Raddoppiano rispetto al 2013 i volontari attivi sui due fronti: circa un milione di volontari combinano entrambe le modalità.

Aumentano i volontari organizzati nei settori ricreativo e culturale, assistenza sociale e protezione civile e ambiente; calano in quelli religioso, sportivo e sanitario. Diminuiscono quanti offrono aiuto diretto a persone conosciute, mentre aumentano quelli che, con questa stessa modalità, si dedicano a collettività, ambiente e territorio.

Tra le motivazioni dell’attività di volontariato sono più spesso menzionati gli ideali condivisi e il bene comune nel volontariato organizzato, le emergenze e l’assistenza a persone in difficoltà nell’aiuto diretto. Pur con un trend in diminuzione, osservato anche nel tempo medio complessivo dedicato a queste attività (da 19 a 18 ore nelle quattro settimane), l’impegno volontario si conferma come pilastro della coesione sociale.

La partecipazione presenta un chiaro divario territoriale: nel Nord l’8,2% partecipa ad attività promosse da organizzazioni e il 6,0% offre aiuti diretti; il Nord-est è l’area più attiva (9,1% e 6,2%). Seguono il Centro (5,8% e 4,9%) e il Mezzogiorno (3,6% e 3,4%).

Nel 2023 il volontariato è una pratica diffusa soprattutto nella popolazione adulta: i tassi più alti interessano le persone di 45-64 anni (7,2% per l’organizzato e 5,9% per il diretto) e le persone di 65 anni e più (6,2% e 5,5%). I giovani (15-24 anni) prediligono le forme organizzate (5,3%) rispetto all’aiuto diretto (2,9%), mentre tra le persone di 25-44 anni le due modalità si equivalgono (4,8% e 4,9%).

Nel decennio 2013-2023 il calo ha riguardato soprattutto le generazioni più giovani.

Questi sono i dati, ora trasformiamo i numeri in parole:

Una cosa piacerà a pochi ma è evidente, il Nord prevale, prevalgono ovviamente le forme di volontariato organizzato. Le tematiche sono quelle che la vita quotidiana più colpiscono. Spiccano assistenza sociale, la protezione civile e l'ambiente, cala il settore sportivo, mondo che ormai risulta spesso, se non sporco, comunque, legato al profitto e alla poca lealtà. Cala anche l'ambito religioso, manca alla lista ciò che forse non è considerato volontariato, ma militanza, la politica.

Dalle parole ai fatti:

Il viaggio non è breve e neppure scontato. Notiamo che le persone si impegnano di più sui temi che fanno paura, per vissuto e per quanto i media ci raccontano e sull'assistenza ai bisognosi; al nord, per quanto si racconti, non si è mai negato un aiuto a nessuno, senza farlo notare al mondo intero.

Manca oggi però la militanza politica, le persone non la seguono più, non si fidano più, non ci mettono più impegno, non ci mettono più la faccia, nemmeno vanno più a votare. I giovani nemmeno ne vogliono sapere.

La missione:

Tocca a noi, che non solo ci consideriamo duri e puri, ma lo siamo, tracciare un percorso fatto di identità e appartenenza, di temi concreti, di onestà intellettuale e pratica, riportare le persone, soprattutto i giovani all'impegno politico, all'amore per la propria terra, alla propria comunità.

"Patto per il Nord" non deve essere solo un movimento politico, deve essere anche e soprattutto un movimento culturale che aggreghi oggi chi, ieri, è stato atomizzato dalle scelte politico-sociali.

Tocca a noi essere un esempio credibile per ricostruire un territorio, una comunità, un identità a cui credere.

Giorgio Bargna, Patto per il Nord Como

sabato 2 agosto 2025

Appartenenza


Cercando su Internet il significato di appartenenza sono incappato in questo pensiero che mi piace molto:

"Il concetto di appartenenza rimanda all’idea di sentirsi parte, di fare parte, di appartenere a una persona, un luogo, un contesto, un insieme di persone, un'organizzazione, un gruppo, una comunità.
In questa accezione è proprio l’idea del riconoscimento a essere prevalente: la persona (le persone) che amo sono persone che riconosco e che mi riconoscono; il gruppo e il contesto di cui scelgo di far parte sono a misura anche della mia persona, li scelgo anche perché non mi fanno sentire esclusa, estranea, non appartenente. "
In questo pensiero si risaltano due fattori: l'ego e la comunità, di primo acchito possono sembrare concetti distanti, ma in realtà viaggiano di pari passo.

Ci sono io, che potrei essere l'ego, teoricamente lo sono, ma la mia filosofia è un eredità.
L'eredità degli insegnamenti dei miei genitori, l'eredità della cultura che mi sono costruito, l'eredità delle mie esperienze.
Da qui si capisce che il passaggio all'appartenenza è fisiologico.
Da bambino ho capito subito che il mio senso di appartenenza si riferisse alla mia corte, a mio cugino, a mia zia, a mio nonno, ovviamente ai miei genitori, ad essi avrei dato tutto.
Crescendo il mondo si allarga, c'erano il lattaio e il panettiere, il vigile che mi faceva attraversare la strada, il medico condotto, i primi amici e sempre la famiglia. Ognuno di loro si occupava di me e per loro avrei dato tutto.
Poi diventi uomo, oltre l'amore per chi ti circonda ami la tua terra e per lei daresti il sangue.
La mia terra è sicuramente Cantù, sicuramente l'Insubria con la sua lingua, sicuramente la Lombardia con le sue tradizioni, sicuramente la Padania con il suo onore. Per loro dono il mio impegno, ogni momento libero, ogni energia.
Da soli non si cambia il mondo, ma insieme possiam0 tracciare un sentiero, ricostruire una comunità, riaccendere il senso di appartenenza.

Non a caso il nuovo slogan, anzi il trend d'union,  di Patto per Il Nord sarà : "Per il Nord, Insieme".
Insieme perché a creare il nuovo senso di appartenenza al Nord, al nostro Territorio, al nostro Popolo saremo insieme io Giorgio, poi Luigi, Francesco, Alberto che sono già con noi e tu che ti unirai a noi. 

Giorgio Bargna
Patto per il Nord Como


 

lunedì 28 luglio 2025

L'ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA ED IL SOGNO PADANO



Prendiamo in prestito il vecchio concetto "dell'attaccamento alla maglia".

Se ci affidiamo all'intelligenza artificiale essa ci racconterà che "l'attaccamento alla maglia, nel contesto sportivo, si riferisce alla fedeltà e al legame emotivo di un giocatore verso la squadra per cui gioca, spesso espresso attraverso la rinuncia a offerte più vantaggiose da altre squadre per continuare a vestire i colori sociali. Questo termine è spesso associato alle "bandiere", ovvero quei giocatori che diventano simboli di attaccamento alla squadra, rimanendo per molti anni e identificandosi con i suoi colori".

Qualche anno fa, fuori dal calcio, lo stesso concetto veniva applicato alla famiglia, al lavoro, all'associazionismo, alla politica.

Così come nel calcio il concetto di "attaccamento alla maglia" è diventato più complesso, soprattutto ad alti livelli, dove i trasferimenti sono più frequenti e motivati da ragioni economiche e professionali, anche nella società civile l'individualismo, il profitto, la sete di potere, il distacco dalle tradizioni e dal concetto di familiarità hanno portato all'atomizzazione ed al distacco dai valori.

Anche l'azione politica degli ultimi anni ha contribuito a creare la situazione appena descritta, soprattutto al Nord, territorio che si era affidato al sogno padano descritto da Bossi e Miglio, un sogno destinato al benessere della propria terra, delle proprie attività, dei propri figli, dei propri anziani.

Soprattutto negli ultimi chi doveva tutelare questo sogno lo ha svenduto, in realtà lo ha sotterrato.

Oggi per prendersi carico di questo sogno padano proprio Umberto Bossi ha voluto che si costituisse "Patto per il Nord".

E' vero ogni giorno punteremo l'indice sui traditori, ma il nostro obbiettivo non è questo, sarebbe inutile ed improduttivo.

Noi ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ci impegneremo a seminare nuovamente questo fertile terreno, ascoltando la nostra gente, prendendola per mano, istituendo le fondamenta del nuovo sogno padano.

La base saranno sicuramente il federalismo e l'autonomia, ma come ci insegnano i cugini elvetici anche una dose di democrazia diretta e soprattutto la fratellanza. Perchè questo è uno dei concetti fondamentali, siamo soprattutto un popolo. 

Un popolo cosa altro non è che "l'attaccamento alla magia" di cui abbiamo scritto all'inizio.

Allora come nel calcio indossiamo una maglia, la nostra sarà verde Padania,

Il nome dello sponsor sul petto? 

Non c'è dubbio alcuno: "Patto per il Nord"!!!

Giorgio Bargna

Patto per il Nord

Per il Nord, Noi!!!!

giovedì 24 luglio 2025

Il turismo a Como, tra volponi, incapaci, struzzi, forza lavoro e soluzioni intelligenti

 


Che a Como non sia mai stato approntato un vero piano di gestione turistico non è una novità.

La novità semmai è che i problemi aumentano ogni giorno tra trasporti di terra, d'acqua, su rotaie e su funi.

Chi amministra la città, i flussi di turisti e di lavoratori, chi gestisce i trasporti o non è in grado di trovare soluzione oppure semplicemente non ha voglia o necessità di trovarle.

Poi ci sono i volponi che ne approfittano per fare "la cresta" sui turisti stranieri, ma anche italiani. Ma non finisce solo con i taxi boat, settore che è alimentato anche da persone esperte e criteriose, oltre che da gente inesperta e priva di scrupoli, si aggiunge chi affitta natanti a persone senza esperienza con le conseguenze che conosciamo dopo gli ultimi fatti di cronaca. 

Ma non c'è solo questo, il boom turistico richiede forza lavoro possibilmente qualificata da inquadrare regolarmente, salvo evitare affari loschi. Il trand sempre crescente della filiera turistica ci fa immaginare centinaia, se non migliaia, di persone che dovranno risiedere in città o zone limitrofe, per non parlare del resto del lago. Esattamente come negli anni dell'immigrazione da sud a nord di Italia essi inevitabilmente avranno bisogno di servizi e residenze, anche per le eventuali famiglie a seguito.

Patto per il Nord dovesse gestire l'amministrazione di questa città non si inventerebbe nessuna ricetta fantasiosa. La politica non è inventare soluzioni ma cercarle. Quindi ci sono persone ben pagate ai vertici di società pubbliche e private, tra i dipendenti pubblici, che dovranno trovare le soluzioni sotto l'indicazione politica di un amministrazione eletta dal popolo, ed è il popolo il vero proprietario della città e dei suoi servizi.

Giorgio Bargna 

Patto per il Nord Como





sabato 5 luglio 2025

Italia e Svizzera, tra orgoglio civico e senso di appartenza

 

Se chiediamo in giro un istantanea su Italia e Svizzera ci ritornano due risposte. Sull'Italia pizza, mafia , mandolino; sulla Svizzera banche e sci alpino.

E' vero che gli stereotipi hanno sempre un fondamento, ma sono riduttivi, così come hanno ridotto di molto la nostra voglia e capacità di pensare, ragionare, interagire.

Facciamo però un breve confronto sulle due Nazioni citate a livello politico.

In Italia si è installata al potere una classe politica auto referenziata (grazie soprattutto al consenso dei cittadini, nota bene, cittadini, non elettori) che non lascia un centimetro quadrato di decisionalità al popolo.

In Svizzera non esiste una vera classe politica libera di fare ciò che vuole, il popolo incide spesso e volentieri su tutti e tre i fronti amministrativi: Comune, Cantone, Federazione.

Questo modo di amministrare ha portato a crescere ogni giorno, ogni anno, ogni secolo il senso di responsabilità del cittadino svizzero. 

Ha fatto accrescere il senso civico e quello di appartenenza. Non c'è cittadino svizzero che prima di recarsi alle urne non legga con attenzione il materiale informativo che gli organi amministrativi gli inviano a casa prima di una votazione. La percentuale dei votanti in Svizzera non sempre è alta ma il voto è qualificato grazie all'attenzione dei cittadini.

In Italia si vive da decenni di promesse elettorali, i referendum sono una presa in giro, le necessità dei cittadini vengono ignorate. 

La classe dirigente ha lavorato per creare l'atomizzazione, lo sconforto, il disinteresse alla politica, creando anche un degrado morale.

In Italia c'è senso di appartenenza solo quando gioca la nazionale oppure Sinner, l'educazione (civica e non solo) è un lontano ricordo.

Ecco, io sono certo che anche attraverso la Democrazia Diretta, oltre che attraverso l'Autonomia e l'onestà intellettuale, "Patto per il Nord" darà nuova linfa vitale, oltre all'appartenenza ed al senso civico, ai Popoli del Nord.

Giorgio Bargna

 

lunedì 2 giugno 2025

Da Pontida al Ponte sullo Stretto

 


Gira questa immagine, sembra solo umorismo, ma non lo è. E' l'immagine di un partito che ha seguito la rotta di un leader che lo ha portato a non essere più ciò che era all'inizio: IL SINDACATO DEL NORD!!!

Alle volte ci si chiede come possano succedere cose inimmaginabili ed addirittura inverosimili, In questo caso ha giocato una parte importante la scelta leghista di un movimento che silenziava il dissenso degli iscritti. Certo ascoltare è fatica, trovare la sintesi di un discorso anche, ma è questo che tiene vivo un movimento. L'ascolto e la condivisione sono fondamentali, il movimento oligarchico ha una sola conclusione, questa!!!!