martedì 14 gennaio 2014

I principi del Federalismo

Se volessimo illustrare i principi fondamentali del Federalismo per spianarci la strada credo proprio dovremmo innanzitutto relazionare l’esatto contrario del Federalismo stesso cioè la forma più intensa della concezione di Stato moderno, ossia lo Stato-nazione.
Questa concezione bestiale tende, attraverso l’azione di un potere centrale, che si definisce unico rappresentante dei cittadini, a far convergere meticolosamente, appiattendole su se stesse, l’unità politica e l’unità culturale, linguistica o etnica su un'unica posizione.

Il tempo ha donato molti significati alla Sovranità Centrale. Nel passato remoto rappresentava solamente la più alta autorità, quella depositaria dell’ultima estrema decisione, in un era più moderna rappresenta la possibilità del Sovrano di imperare.
Il Sovrano oggi finge di dimenticarsi di essere un delegato, si arroga anche tutte le decisioni dei corpi intermedi; i gruppi sociali sono solo sudditi, possibilmente da spennare.
Il nostro Sovrano, infatti, non solo  non rispetta le regole del contratto, ma si arroga anche un’obbedienza totale da parte dei sudditi.

Passa il concetto cardine che accorpa nazionalità e cittadinanza, non c’è più un membro della nazione che non sia cittadino, né cittadino che non sia membro della nazione, il popolo riconosciuto è solo quello “nazionale” e null’altro è immaginabile.
La rappresentanza unica che fa capo alla nazione politica esclude leggi particolari che si applicano ad un gruppo ben definito e limitato, esistono solo leggi ad ampio raggio da applicare uniformemente ad ogni individuo al di la di ogni specificità, la Patria non si identifica più con il popolo o con la società, ma con lo Stato.

Il Sovrano odierno annienta lingua, cultura, credenza, sesso; omologa, assimila, senza pietà: quanto differenzia, identifica viene limitato alla sfera privata.
Chi è minoranza non ha diritto di riconoscimento, sostanzialmente diventa un oppresso.

Nel Federalismo i concetti si ribaltano, i suoi fondamenti si identificano nel principio di sussidiarietà, nella ripartizione della sovranità, nella democrazia diretta, nel riconoscimento dei corpi intermedi, delle identità collettive e delle comunità.
Il federalismo è il sistema laddove il governo centrale condivide le differenti competenze costituzionali e legislative con le collettività sulle quali ha autorità, facendo in modo che tali competenze si esercitino al livello più basso possibile.
Il Federalismo implica autonomia, partecipazione, responsabilità e sussidiarietà, mutua solidarietà e reciprocità.

Nel Federalismo la società ha il primato sui membri, si costituisce tramite una serie di patti
politici e sociali conclusi successivamente, risalendo dalla base, da parte di
una infinità di associazioni autonome, naturali ed istituzionali, pubbliche e private: famiglie e dinastie, comunità civili, città e province.
Il cittadino contratta, ma non come individuo ma come membro di una comunità già esistente che non abbandona mai la totalità dei suoi diritti a beneficio di una società più vasta. La Sovranità appartiene al popolo, e non smette mai di appartenergli, il popolo può
delegarla, ma non può rinunciarvi. Il Federalismo è la dottrina che più è in grado di tradurre in fatti concreti l’idea di una sovranità strettamente associata ai principi di autonomia e di sussidiarietà; le decisioni vengano sempre prese al livello più basso possibile, da parte di coloro che ne subiscono più direttamente le conseguenze.

Non si tratta di volgare decentramento che rappresenta comunque parte di una piramide,
nel caso della sussidiarietà avviene il movimento opposto: il livello locale non delega ai gradini superiori che le responsabilità de i compiti di cui non può farsi carico esso stesso, non rinuncia che alle competenze che non può assumersi, mentre risolve con i suoi propri mezzi tutti i problemi che sono effettivamente di sua competenza, assumendosi lui stesso le conseguenze delle sue decisioni e delle sue scelte. La gente decide il più possibile da sola riguardo a ciò che la riguarda creando un sistema politico e sociale in cui i problemi possano essere risolti al livello più basso possibile grazie anche ad un’idea di una democrazia partecipativa che si oppone all’idea di una democrazia puramente parlamentare e rappresentativa.

Oggi la disaffezione sempre maggiore dell’elettorato per i partiti politici di tipo classico, la rinascita della vita associativa, la comparsa l’emergere di nuovi movimenti sociali o politici
(ecologisti, regionalisti, identitari) la cui caratteristica comune è non più la difesa di interessi contrattabili ma di valori esistenziali, lasciano intravedere la possibilità di ricreare una cittadinanza attiva a partire dalla base.

Il controllo del potere non può essere appannaggio dei soli partiti politici la cui attività si risolve troppo spesso nel clientelismo. La democrazia partecipativa non può essere oggi che una democrazia di base. Tale democrazia di base non ha lo scopo di generalizzare la discussione a tutti i livelli, ma ha piuttosto lo scopo di determinare, con il concorso del più gran numero, nuove procedure decisionali conformi sia alle sue proprie esigenze,
sia a quelle che provengono dalle aspirazioni dei cittadini.

Il principio politico della democrazia non è quello secondo cui la maggioranza decide, ma quello che vuole che il popolo sia sovrano.

Faccio dunque mia un impressione di Alain de Benoist: I fondamenti essenziali del federalismo mi sembrano essere dunque questi: una società in cui la libertà e la responsabilità, strettamente legate l’una all’altra, sono ripartite a tutti i livelli in funzione del principio di sussidiarietà; una concezione della sovranità non come potere assoluto e competente su tutto, ma come istituto che ha autorità sulle materie più vaste solamente in ultima istanza; e infine, una concezione della democrazia che riposa in origine non sulla nozione di numero o su quella di delibera parlamentare, bensì su quella di partecipazione più ampia possibile di tutti i cittadini alla cosa pubblica.


Grazie per l’attenzione, Giorgio Bargna

Nessun commento: