martedì 5 agosto 2014

Valori (7) Il Capirsi

“Ascoltare è una cosa magnetica e speciale, una forza creativa. Gli amici che ci ascoltano sono quelli cui ci avviciniamo. Essere ascoltati ci crea, ci fa aprire ed espandere”
(Karl Menninger)

Abbiamo detto che avremmo trattato anche dell'intelligenza nell’ascoltare il prossimo e capire ciò che dice, vediamo anche questa sera dove riusciamo a giungere.

Essere in grado di ascoltare certamente sta alla base dei rapporti umani, significa stima e rispetto per gli altri, oltretutto si tratta di un toccasana che discioglie molte difficoltà della psiche.
Spesso si parla di comunicazione, essa è composta da due fattori certi, chi comunica e chi recepisce: l'ascolto di certo è la base della comunicazione

Ogni istante vissuto nel quotidiano, famiglia, amici, lavoro, è fondato su delle relazioni umane che si basano sulla capacità di ascoltarsi reciprocamente. Ascoltare vuol dire essere disponibili, dedicarsi agli interlocutori ed ai compagni di vita e, quindi, cercare di capire ciò che essi interpretano, cosa li spinge ad agire. Ascoltare vuole anche dire saper interpretare gli scambi comunicativi e i silenzi, soprattutto significa saper accettare punti di vista divergenti dai propri.

Di certo la natura, soprattutto il tipo di vita sociale che viviamo dagli ultimi decenni, non ci predispongono all’'ascolto, siamo tesi tendenzialmente a concentrarci su noi stessi o ad interpretare a piacimento personale quanto apprendiamo. L'uomo tende soprattutto ad esprimere quello che prova, giudicare e dare consigli. 

Aggiungo un’altra considerazione firmata Goethe: "Parlare è una necessità, ascoltare è un'arte".

Stiamo divagando sull’ascolto, ma esso su cosa consiste? Sicuramente viene richiesto uno sforzo d'interesse, di concentrazione e d'attenzione, una vera e propria disponibilità verso il proprio interlocutore. Questo resta, soprattutto, una prova della stima che si prova per l'altro, del desiderio di concedergli del tempo e di aiutarlo... Ascoltare, quindi, vuol dire evitare il silenzio passivo.

Ascoltare attivamente  consiste nel sentire ciò che dice l'altro, ma anche nell’ascoltarlo veramente e, quindi, nel capirlo. Nel permettere a chi soffre di svuotarsi delle sue amarezze e del suo rammarico. Nel ripetere le dichiarazioni dell'altro, portandolo ad approfondire il proprio pensiero, pur restando positivi su tutti gli argomenti discussi e su tutte le soluzioni possibili, senza interpretare le sue opinioni. Grazie all’ascolto si crea un vero clima di rispetto, di stima e di fiducia tra due interlocutori. Quando una persona si confida, l’ascolto non è finalizzato ad indagare su di lei o a farla diventare una fonte d’informazioni, chiedendole precisazioni; ascoltare significa, semplicemente, prestarle attenzione, in modo da farle esprimere quello che sente e permetterle, a lungo termine, d’imparare ad ascoltarsi da sola e trovare la sua strada.

Nell’ascolto si potrebbe  concentrare sulla persona e non sul suo problema, ma io sono molto più propenso a sviluppare l’empatia. Ascoltare secondo questo canone consiste nel mettersi nei panni dell'altro per comprendere meglio ciò che sente evitando, però, di soffrire con lui. Questo serve a dimostrare all'altro che capisci quello che sta dicendo, e che può concederti la sua fiducia.

Partendo dai presupposti esposti appare chiaro che la capacità d’ascoltare sia quasi per nulla innata. Al pari di una lingua, l'ascolto s’impara e si perfeziona col tempo. Ascoltare significa sicuramente tacere, mettere da parte le tue preoccupazioni personali, non vuol dire pensare al posto dell'altro, vuol dire evitare di giudicare.

E’ certo che l’ascolto attivo si basa sull’empatia e sull’accettazione fondandosi sulla creazione di un rapporto positivo, caratterizzato da ’’un clima in cui una persona possa sentirsi empaticamente compresa’’ e, comunque, non giudicata.
Abbiamo parlato sin qui di ascolto, declinando il proprio esprimersi, ma ritengo sia importante anche sapersi fare ascoltare all’interno del reciproco scambio. Anche questa è un’arte, occorre condurre ogni conversazione con l’attitudine corretta, ovvero porsi l’obiettivo di “parlare in un modo che l’altra persona sarà felice di ascoltare”.

Prima di ogni conversazione occorre sviluppare i propri pensieri le proprie opinioni senza cadere nella trappola dei luoghi comuni e vedere le cose da più angolazioni aiuta a genere idee interessanti, poi la pratica gestirà il resto. Occorre anche sviluppare l’abilità di fare le giuste domande, quelle che veicolano apertura e accettazione sono quelle più apprezzate.

Durante una conversazione occorre sicuramente pensare prima di parlare valutando le connessioni con l’argomento trattato, la chiarezza espositiva e evitando le generalizzazioni, esprimere in maniera precisa e puntuale il concetto evitando di girarci attorno, evitare di ripetersi impegnandosi ad essere sintetici parlando massimo un minuto di seguito per poi dare la parola all’altro, comunicare curando il linguaggio del corpo, chiedersi sempre che tipo di reazioni ed emozioni genera quello che stiamo dicendo nell’altro.

Per comunicare al meglio occorre anche abbattere alcuni ostacoli quali magari la paura, le assunzioni e i preconcetti,le etichette e le generalizzazioni,l’insicurezza in noi stessi, i risentimenti e l’ essere troppo concentrati su se stessi.

Spero di non essere stato troppo prolisso, al prossimo argomento
(continua)

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